Algeria, il divieto di viaggio arbitrario come nuovo strumento contro i dissidenti
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Le autorità algerine ricorrono sempre più spesso a divieti di viaggio arbitrari come forma di ritorsione contro coloro che vengono percepiti come dissidenti: è quanto sostengono le organizzazioni per i diritti umani Human Rights Watch e Mena Rights Group.
Secondo le due organizzazioni, le autorità algerine hanno utilizzato i divieti di viaggio per prendere di mira arbitrariamente attivisti della società civile, leader dei partiti di opposizione, giornalisti, sindacalisti e altri soggetti ritenuti critici nei confronti del governo. I divieti di viaggio arbitrari possono essere imposti senza notifica ufficiale, hanno spesso una durata indeterminata e sono praticamente impossibili da contestare. “Impedendo alle persone di lasciare il Paese, non solo violano il loro diritto alla libertà di movimento, ma anche il diritto alla libertà di associazione, di riunione e di espressione. In alcuni casi, questi divieti di viaggio hanno separato le famiglie o hanno avuto ripercussioni sul lavoro e sulla salute mentale delle persone prese di mira”, si legge in un comunicato disponibile sul sito di Hrw.
“Questi divieti di viaggio fanno parte di una più ampia campagna di molestie in corso nei confronti di coloro che criticano le autorità, volta a mettere a tacere il dissenso e sradicare lo spazio civico”, ha affermato Bassam Khawaja, vicedirettore per il Medio Oriente e il Nord Africa di Human Rights Watch. “Anche coloro che sono stati ingiustamente condannati e hanno scontato la loro pena, oppure sono stati assolti, continuano a subire misure punitive che li privano del diritto alla libertà di movimento”.
Human Rights Watch e Mena Rights Group hanno documentato 23 casi di cittadini algerini soggetti a divieti di viaggio, una pratica che si è intensificata dal 2022. Nella maggior parte dei casi, i divieti sono stati imposti arbitrariamente dalle forze di sicurezza, senza un giusto processo, hanno affermato gli avvocati, oppure sono stati ordinati da un pubblico ministero. Tuttavia, anche quelle imposte da un pubblico ministero spesso violano i requisiti della legge algerina e sono contrarie agli standard internazionali sulla libera circolazione.
Molto spesso le autorità non forniscono né notifiche ufficiali né basi giuridiche per le restrizioni di viaggio, rendendole difficili o impossibili da contestare in tribunale. Alcune persone vengono a conoscenza del divieto di viaggio solo quando provano a recarsi all’estero. Dei 23 casi documentati, nessuna persona era stata informata della base giuridica del divieto. Anche quando veniva emessa una notifica ufficiale, il termine legale veniva raramente rispettato: ad alcune persone veniva addirittura impedito di viaggiare per anni senza alcuna giustificazione. Ad altri è stato vietato di viaggiare nonostante fosse stato detto loro che non erano soggetti a divieto o che avevano ricevuto un’ordinanza del tribunale che annullava il divieto.
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