Art Déco in mostra a Milano, Mainetti: l’eleganza razionale dello stile celebrato da monumenti e residenze

Feb 5, 2025 - 05:22
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Art Déco in mostra a Milano, Mainetti: l’eleganza razionale dello stile celebrato da monumenti e residenze

Presso Palazzo Reale di Milano saranno esposti, dal 27 febbraio al 29 giugno 2025, 250 opere fra vetri, porcellane, maioliche, centrotavola, dipinti, sculture decorative, disegni, tessuti, arredi, abiti haute couture, accessori, gioielli, ma anche vetrate e mosaici che rimandano agli ambienti lussuosi di hotel, stazioni e mezzi di trasporto di lusso, come aerei e transatlantici, per ricordare l’Art Déco, un periodo artistico che coinvolse diversi ambiti. “Vi è grande attesa per questa mostra e sarà interessante ripercorrere un momento artistico di grande fermento, che dopo la Prima guerra mondiale risvegliò tutti i settori della creatività dal design all’architettura. Sono da sempre affascinato da questo stile, in cui le forme geometriche e simmetriche, guidate dalla razionalità, rimangono sempre eleganti con un gran gusto al decorativismo. I mobili e gli oggetti d’arredo, di cui posseggo numerosi esemplari, segnano un’epoca e uno stile senza tempo, dove l’artigianato era ancora ai massimi livelli, se pur in una produzione più numerosa rispetto al passato”, rileva Valter Mainetti, presidente di Condotte 1880 e della Fondazione Sorgente Group, che organizzò nel 2012 un’importante mostra a Roma sulla “concorrente” Art Nouveau, dove espose una porzione della originale scala in ferro della Torre Eiffel di Parigi insieme ad altri reperti di grande interesse. Nella mostra milanese si cercherà di restituire il clima e le atmosfere dell’Europa degli anni Venti del Novecento: un mondo sospeso tra due guerre, vibrante di gioia travolgente, di splendore e glamour, ma anche di inquietante incertezza. Un’occasione per ricordare quell’Exposition internationale des arts décoratifs et industriels modernes di Parigi del 1925, già rinviata a causa dello scoppio della Prima guerra mondiale, in cui artisti e artigiani proposero uno stile che con la sua razionalità e linearità andava a contrapporsi all’Art Nouveau. “Il Déco italiano si ispira alle forme classiche, imponenti, simmetriche, con una grande solidità, osservabili in modo più evidente anche nell’architettura. Infatti, oltre a visitare la mostra – propone Valter Mainetti – potrebbe essere molto interessante, passeggiando per Milano, osservare gli edifici che maggiormente hanno subito l’influsso della corrente estetica degli anni Venti. Già arrivando in città, ad esempio la Stazione Centrale, progettata da Ulisse Stacchini nel 1912 con la sua imponente facciata eclettica e le volte in ferro e vetro che coprono i binari. Per proseguire con edificio di Giovanni Muzio del 1919-1922, a cui fu dato il soprannome infelice di “Cà Brutta”, per la sua diversità. Valter Mainetti cita ancora Casa Radici-Di Stefano di via Jan, l’estroso Palazzo Fidia di Aldo Andreani e il palazzo Sola-Busca in via Serbelloni, chiamato “Cà de l’orègia”, per il divertente citofono, opera di Adolfo Wildt, che ha la forma di un orecchio, così come uno degli esempi più evidenti è l’edificio al 75 di Corso Buenos Aires, realizzato nel 1928 su progetto di Fausto Franco e Franco Fumagalli. “Assolutamente da non perdere è la visita a Villa Necchi Campiglio in via Mozart, una residenza storica, vero gioiello dell’Art Déco, opera di Piero Portaluppi, uno dei maggiori architetti italiani dell’epoca, che conserva non solo i suoi magnifici giardini, ma anche gli interni, sintesi sorprendente di elementi del Razionalismo, dell’Art Déco e dello stile viennese con dipinti del Tiepolo, Canaletto, De Chirico, Picasso, Fontana, Modigliani e Matisse”, aggiunge Mainetti.

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Giò Barbera Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore del portale areamediapress.com e di Radiocom.tv