BCE: Il divario di genere sul lavoro si sta riducendo, ma lentamente

In occasione dell’8 marzo, la Banca Centrale Europea pubblica un’analisi sul divario di genere sul lavoro, confermando che benché le differenze si stiano riducendo, le donne sono sempre pagate meno degli uomini per il loro lavoro. Secondo la BCE, la disuguaglianza sul mercato del lavoro impedisce di utilizzare al meglio tutti i talenti, porta all'inefficienza e alla cattiva allocazione dei lavoratori. Sulla base di un'analisi che utilizza i dati dell'indagine UE sul reddito e le condizioni di vita, la Banca Centrale evidenzia che il divario tra i sessi nella retribuzione totale è migliorato in modo significativo, passando dal 0% del 2005 al 35% del 2023. La BCE giudica il cambiamento significativo, pur ricordando che il divario nell'area dell'euro rimane piuttosto ampio e sottolineando che la velocità con cui si sta riducendo è più lenta rispetto a due decenni fa. Uno dei principali fattori alla base del divario di genere, si legge nel rapporto, è il diverso tasso di partecipazione al lavoro di uomini e donne. Se nel 1992 il tasso di occupazione delle donne era di 27,8 punti percentuali inferiore a quello degli uomini in tutti gli attuali Paesi dell'area dell'euro, l'occupazione femminile è aumentata gradualmente, riducendo il divario a 9 punti percentuali nel 2023, anche se il divario nell'orario di lavoro resta significativo. Se nei Paesi baltici si riscontra un ambiente di lavoro più equo sia in termini di tassi di occupazione che di ore lavorate, nell'Europa occidentale i tassi di occupazione maschile e femminile si sono allineati, ma con l’ingresso delle donne nella forza lavoro spesso con lavori part-time.
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