Ci si sposa di più, nel 2022 i matrimoni sono stati 189.140
Nel 2022 i matrimoni sono stati 189.140, in ripresa rispetto non solo all’anno precedente (+4,8 per cento) ma anche al 2019 (+2,7 per cento). I dati provvisori dei primi otto mesi del 2023 mettono in luce però una nuova diminuzione, confermando l’andamento altalenante, molto legato a fenomeni di tipo congiunturale, che negli ultimi decenni sta contraddistinguendo il numero di matrimoni. Lo rileva Istat. A livello tendenziale, invece – osserva Istat -, un ridimensionamento della nuzialità si osserva in Italia da oltre quarant’anni. La transizione alla vita adulta segue percorsi molto diversi rispetto al passato, quando il motivo prevalente di uscita dal nucleo di origine era legato alla necessità di formare una nuova famiglia attraverso le nozze. Secondo i dati dell’Indagine Famiglie e soggetti sociali (2016) per le giovani generazioni di uomini (nati tra il 1982 e il 1986) la convivenza more uxorio è preferita al matrimonio (22,5 per cento contro 21,8 per cento di coloro che lasciano la casa dei genitori entro il trentesimo compleanno); seguono le altre motivazioni quali, per esempio, lavoro, studio e autonomia. Per le donne, l’uscita dalla famiglia di origine si contraddistingue ancora per la scelta preponderante del matrimonio (40 per cento tra le nate negli anni Ottanta), seguita da quella della convivenza, con percentuali via via crescenti di generazione in generazione. A livello territoriale il lieve aumento dei matrimoni del 2022 è la sintesi di due situazioni contrapposte: nel Centro e nel Nord la variazione positiva è stata ben più consistente (rispettivamente 14,2 per cento e 10,5 per cento) mentre nel Mezzogiorno la variazione è negativa rispetto sia al 2021 (-4,5 per cento) sia al 2019 (-2,3 per cento). Nel 2022 i primi matrimoni (146.222 nel 2022, 77,3 per cento dei matrimoni totali), dopo aver subito un dimezzamento nel 2020, tornano ai livelli del 2019. La diminuzione tendenziale dei primi matrimoni, al netto delle oscillazioni di breve periodo, è strettamente connessa alla progressiva diffusione delle libere unioni (convivenze more uxorio). Queste ultime sono più che triplicate tra il biennio 2000-2001 e il biennio 2021-2022 (da circa 440 mila a più di 1 milione e 500 mila), un incremento da attribuire soprattutto alle libere unioni di celibi e nubili. Negli ultimi decenni, inoltre, il netto ridimensionamento numerico delle nuove generazioni, dovuto alla bassa fecondità, che dalla metà degli anni Settanta si è sempre mantenuta ben sotto il livello di sostituzione, sta producendo un effetto strutturale negativo sui matrimoni. Man mano che le generazioni più giovani, meno numerose di quelle dei loro genitori, entrano nella fase della vita adulta si riduce la numerosità della popolazione in età da matrimonio e, di conseguenza, anche a parità di propensione a sposarsi, cala inesorabilmente il numero assoluto di nozze.
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