CK Hutchison respinge le accuse di violazione del contratto di concessione dei porti panamensi di Cristóbal e Balboa

Apr 12, 2025 - 07:02
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CK Hutchison respinge le accuse di violazione del contratto di concessione dei porti panamensi di Cristóbal e Balboa

CK Hutchison Holdings, il gruppo di Hong Kong che opera anche nel settore portuale attraverso Hutchison Ports di cui possiede l'80% del capitale, ha respinto le conclusioni dell'indagine finanziaria condotta dalla Contraloría General de la República de Panamá sulla Panama Ports Company (PPC), la società che gestisce i porti panamensi di Cristóbal e Balboa e il cui 90% del capitale sociale è di proprietà di Hutchison Ports. L'indagine avrebbe appurato la violazione da parte di PPC dei termini del contratto di concessione, con centinaia di milioni di dollari che non sarebbero finiti nelle casse dello Stato panamense.
Oggi CK Hutchison, attraverso una nota della Panama Ports Company, ha ricordato che, sulla base dell'addendum al contratto di concessione stipulato volontariamente nel 2005 dalla PPC e dallo Stato panamense, conforme a tutti i requisiti di legge e approvato dalla legge panamense n. 55 del 2005, Panama Ports Company si è impegnata ad investire oltre un miliardo di balboa (un miliardo di dollari) e ad effettuare un pagamento aggiuntivo di 102 milioni di balboa per le infrastrutture ereditate al momento dell'assunzione della concessione dei porti di Balboa e Cristóbal nel 1997. Panama Ports Company ha evidenziato di aver effettuato notevoli investimenti che superano i 1,69 miliardi di balboa, superando non solo i 50 milioni di dollari richiesti dal contratto di concessione originale, ma anche il miliardo di dollari concordato nell'addendum, come confermato nel 2020 - ha sottolineato l'azienda - dal controllore generale della Repubblica di Panama dopo un'accurata verifica durata circa quattro mesi.
«Pertanto - ha specificato Panama Ports Company - qualsiasi dichiarazione relativa a quanto PPC avrebbe dovuto pagare in base al contratto di concessione stipulato nel 1997 deve tenere conto del relativo addendum, validamente stipulato e approvato per legge. Esprimere il contrario, come purtroppo è accaduto, non solo distorce la realtà del rapporto giuridico esistente tra PPC e lo Stato ai sensi del contratto di concessione e del relativo addendum, ma contraddice anche gli atti dello stesso Stato nel corso degli anni. Affermare, pertanto, che PPC non abbia pagato circa 1.200 milioni di balboa allo Stato panamense è assolutamente contrario alla realtà».
Ricordando che «PPC è l'unica società portuale di Panama in cui lo Stato è azionista con una quota del 10%», Panama Ports Company ha evidenziato che «negli ultimi 28 anni PPC ha versato allo Stato panamense la somma di 126 milioni di balboa in dividendi. Di conseguenza, lo Stato riceve tali dividendi solo da PPC e non dagli altri operatori portuali. Tutte le esenzioni fiscali concesse a PPC ai sensi del contratto di concessione, approvato dalla legge 5 del 16 gennaio 1997 e dai relativi allegati - ha precisato inoltre l'azienda - sono esattamente le stesse esenzioni fiscali concesse a tutti gli altri operatori portuali di Panama». «Durante la durata della concessione - rimarca la nota - PPC ha versato allo Stato 668 milioni di dollari in balboa, superando di gran lunga i contributi di qualsiasi altro operatore portuale di Panama. Secondo il controllore generale della Repubblica, PPC ha contribuito all'economia nazionale con oltre 5.900 milioni di dollari in balboa, attraverso il valore aggiunto, gli effetti indiretti, i pagamenti allo Stato e gli investimenti effettuati». Inoltre, «PPC ha rispettato i pagamenti per la movimentazione dei container richiesti dall'Autorità Marittima di Panama, alla stessa tariffa applicabile a tutti gli operatori portuali. In nessun momento PPC ha mancato di ottemperare ai pagamenti corrispondenti alle tariffe applicabili agli operatori portuali di Panama per la movimentazione dei container».
«Crediamo fermamente - conclude la nota - che il rispetto della certezza del diritto offra alle aziende e agli investitori la certezza che Panama sia un Paese sicuro in cui investire».

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Giò Barbera Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore del portale areamediapress.com e di Radiocom.tv