Hamas lancia razzi su Tel Aviv, Trump conferma il sostegno ai raid di Israele su Gaza

Dopo oltre cinque mesi, il movimento islamista palestinese Hamas è tornato a lanciare razzi sul centro di Israele, mentre le Forze di difesa israeliane (Idf) stanno effettuando operazioni di terra in tutta la Striscia di Gaza. Secondo il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, la pressione militare “sta influenzando” Hamas. In base ai dati diffusi dal gruppo islamista al potere a Gaza, dall’alba di martedì, quando Israele ha iniziato a condurre nuovi bombardamenti su vasta scala sulla Striscia interrompendo definitivamente il cessate il fuoco, almeno 506 palestinesi – tra cui 200 minori – sono stati uccisi e altri 909 sono rimasti feriti. In questo contesto, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha confermato il suo “pieno” sostegno a Israele e alle operazioni lanciate dalle Idf a Gaza. “Avrebbero potuto liberare gli ostaggi per estendere la tregua, e invece hanno scelto la guerra: questi terroristi sono gli unici responsabili del conflitto e della ripresa delle ostilità”, ha detto James Hewitt, portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, in una dichiarazione all’emittente “Cnn”.
Questa mattina, Hamas ha lanciato tre razzi a lunga gittata dal sud della Striscia di Gaza verso Tel Aviv, nel centro dello Stato ebraico, uno dei quali è stato intercettato dalle difese aeree israeliane mentre gli altri due hanno colpito aree aperte. Intanto, la 252ma Divisione delle Forze di difesa israeliane ha avviato operazioni terrestri lungo la costa settentrionale di Gaza, nei pressi di Beit Lahiya. Prima dell’offensiva di terra, l’aviazione israeliana ha effettuato attacchi contro circa 40 obiettivi a Beit Lahiya, prendendo di mira tunnel sotterranei, postazioni di lancio di missili anticarro, miliziani di Hamas e altre minacce alla sicurezza delle truppe. Parallelamente, le Idf e l’agenzia di sicurezza interna israeliana Shin Bet hanno confermato di aver colpito decine di obiettivi legati a Hamas e al movimento islamista della Jihad islamica palestinese in diverse zone della Striscia nel corso della notte. Gli attacchi aerei hanno centrato combattenti, edifici utilizzati dai gruppi armati, depositi di armi e altre infrastrutture che rappresentavano una minaccia per Israele. Già ieri, le Idf hanno lanciato un’operazione di terra “mirata” nel centro e nel sud di Gaza, con l’obiettivo di “espandere l’area di sicurezza e creare una zona cuscinetto parziale tra il nord e il sud della Striscia”. Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno successivamente dichiarato di aver esteso le operazioni di terra nel sud della Striscia di Gaza anche all’area di Rafah. In una nota, le Idf hanno spiegato di essere avanzate nelle ultime ore nel campo di Shaboura, a Rafah, e di aver distrutto “infrastrutture del terrore” (attribuite ai gruppi islamisti del territorio palestinese). Nel frattempo, proseguono le operazioni delle Idf sulla costa nel nord della Striscia e nell’area del Corridoio di Netzarim, nel centro di Gaza. Secondo quanto dichiarato dalle Idf, nel nord dell’enclave palestinese sono state distrutte infrastrutture utilizzate da Hamas come centro di comando negli ultimi mesi per pianificare e lanciare attacchi. Inoltre, nelle ultime ore sono stati effettuati attacchi aerei in tutta Gaza, colpendo siti attribuiti ad Hamas e al movimento della Jihad islamica palestinese.
Nel frattempo, anche il gruppo armato yemenita filo-iraniano Houthi ha lanciato il missile balistico ipersonico “Palestina 2” contro l’aeroporto Ben Gurion, che tuttavia è stato abbattuto dalle Idf prima che entrasse nello spazio aereo israeliano. Le Brigate Al Qassam, braccio armato di Hamas, hanno accolto con favore l’attacco degli Houthi. In una dichiarazione diffusa dall’emittente qatariota “Al Jazeera”, Abu Obaida, portavoce delle Brigate Al Qassam, ha espresso il suo apprezzamento per la “posizione onorevole e il sostegno diretto” degli Houthi alla popolazione di Gaza, aggiungendo: “Oggi i missili yemeniti si sono incrociati con quelli di Gaza nei cieli di Tel Aviv, confermando che Gaza non è sola”. Il portavoce del braccio armato di Hamas ha anche esortato i cittadini di tutto il mondo a “impegnarsi nella battaglia” e a continuare a sostenere Gaza nel tentativo di costringere Israele a fermare il suo “genocidio”.
Intanto, la situazione interna in Israele si fa sempre più tesa. Il presidente di Israele, Isaac Herzog, ha criticato la decisione del governo di riprendere i combattimenti nella Striscia di Gaza senza ascoltare i familiari degli ostaggi. “Non è possibile riprendere i combattimenti per adempiere al sacro obiettivo di riportare indietro gli ostaggi, senza ascoltare e sostenere le loro famiglie disperate che stanno attraversando l’inferno”, ha affermato Herzog, come riporta il quotidiano “Times of Israel”. “È impossibile non essere profondamente turbati dalla dura realtà che si sta dispiegando davanti ai nostri occhi”, ha aggiunto. “Di recente sono stati emessi migliaia di ordini di chiamata alle armi per la riserva. È inconcepibile mandare i nostri figli al fronte mentre allo stesso tempo si perseguono mosse controverse che approfondiscono la divisione all’interno del popolo”, ha inoltre detto il presidente israeliano, sottolineando che le famiglie in lutto degli ostaggi “chiedono un’indagine completa, approfondita e indipendente sul terribile disastro” del 7 ottobre 2023, per la quale il premier Netanyahu si oppone alla creazione di una commissione statale d’inchiesta. “Purtroppo stiamo assistendo a una serie di azioni unilaterali e sono profondamente preoccupato per il loro impatto sulla resilienza nazionale”, ha detto Herzog.
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