I belgi non si appassionano alla settimana corta

Dic 21, 2023 - 06:57
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I belgi non si appassionano alla settimana corta

In Belgio, solo una minima parte dei dipendenti a tempo pieno lavora attualmente quattro giorni alla settimana, nonostante la legge lo consenta dal novembre dello scorso anno. Facendo un bilancio di 'attività', la settimana corta di lavoro non sembra appassionare più di tanto i dipendenti belgi, dal momento che è stata scelta solo da una percentuale tra lo 0,5% e l'1%. Secondo una recente indagine di Securex, una società di consulenza per l'occupazione, solo un lavoratore su 200 l'ha applicata. Lo studio, basato su un campione di oltre 120.000 lavoratori, ha inoltre rilevato che la percentuale di dipendenti che scelgono la settimana lavorativa più corta è aumentata appena nel corso di quest'anno, passando dallo 0,45% di gennaio allo 0,52% di novembre. Ancora più basso il bilancio della società di consulenza per l'occupazione Acerta, che il mese scorso ha riferito che solo lo 0,73% dei belgi lavora oggi quattro giorni alla settimana, ossia uno su 130. In base ai termini del Labour Deal del governo federale, introdotto nel novembre 2022, i lavoratori a tempo pieno del settore privato belga sono stati legalmente autorizzati a richiedere di distribuire il proprio orario di lavoro settimanale (che resta di 38 ore) su quattro giorni anzichè su cinque (quindi lavorando nove ore e mezzo al giorno), mantenendo l'intero stipendio e i benefit. Inoltre, il Labour Deal consente ai dipendenti di lavorare a settimane di intensità alternata, ovvero una settimana di cinque giorni di 45 ore seguita da un'altra di 31 ore distribuite su quattro giorni. Secondo Securex, ci sono diverse possibili ragioni alla base di questo trend: la prima è la pressione dei datori di lavoro, di cui più di un quarto (25,7%) ritiene che la settimana lavorativa più corta sia inadeguata per la loro attività o addirittura dannosa. La seconda ragione è la mancanza di conoscenza del programma da parte dei lavoratori e la loro convinzione che qualsiasi richiesta in tal senso possa semplicemente essere respinta dai loro capi. Da un sondaggio è emerso inoltre che il 77,6% dei lavoratori belgi che ha scelto questa opzione lo ha fatto per avere più spazio per la propria vita privata, il 36,5% per ridurre il carico di lavoro e il 29,3% per trascorrere più tempo con i propri figli. Sempre secondo il sondaggio, la settimana corta è stata scelta per la maggior parte dai giovani dipendenti visto che il 47,6% di coloro che hanno tra i 20 e i 30 anni preferirebbe non lavorare la tradizionale settimana lavorativa di cinque giorni. A giudizio di Annelies Bries, esperta di Acerta, il tasso di adozione relativamente lento potrebbe essere attribuito alla scarsa familiarità e alla novità dello schema, oltre che alla mancanza di strumenti amministrativi per implementarlo in modo efficiente, che potrebbe minacciare la continuità aziendale. Il Belgio è stato il primo paese europeo ad adottare la settimana corta, seguito da altri paesi come l'Islanda, la Lituania, la Germania e la Francia. L'opzione è attiva anche negli Emirati Arabi, in Giappone.

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Giò Barbera Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore del portale areamediapress.com e di Radiocom.tv