Il progetto K2-70 del Cai promuove la prima missione glaciologica sul K2
Un team italo pakistano studierà per la prima volta neve e ghiaccio del Karakorum per comprendere gli impatti dei cambiamenti climatici sulla regione e preparare una futura missione Ice Memory sul ghiacciaio Godwin-Austen, ai piedi del K2: questa una delle ambiziose iniziative che fanno parte del progetto K2–70 di Club Alpino Italiano dedicato alla celebrazione del 70° anniversario della prima salita del 1954. Ice Memory è un progetto di ricerca internazionale riconosciuto dall’UNESCO con un duplice obiettivo: raccogliere e conservare campioni di ghiaccio prelevati dai ghiacciai di tutto il mondo che potrebbero scomparire o ridursi moltissimo a causa del riscaldamento globale. L’Italia è tra i capofila del progetto, sotto la guida del dell’Istituto di Scienze Polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISP-CNR) e l’Università Ca' Foscari Venezia, assieme alla Fondation Université Grenoble Alpes (FR).
Per la prima volta delle alpiniste italiane e pakistane - Federica Mingolla, Silvia Loreggian, Anna Torretta, Cristina Piolini, Samina Baig, Amina Bano, Nadeema Sahar, Samana Rahim assieme alla dott.ssa Lorenza Pratali, alpinista e ricercatrice dell’Istituto di Fisiologia del Cnr esperta in medicina di montagna - partiranno insieme per una spedizione destinata a lasciare un’impronta importante nella storia dell’alpinismo italiano, non solo per l’impresa sportiva ma soprattutto per l’esperienza umana, il valore e il lascito che rappresentano il cuore di questo progetto. E in occasione di questo giubileo di platino il progetto del Cai desidera lasciare un’eredità importante perché celebrare la conquista del K2 significa anche ricordarne il valore scientifico: nel 1954 Ardito Desio guidò, oltre agli alpinisti, un gruppo di ricerca sulla geografia, geologia e topografia dell’area. Oggi, a 70 anni di distanza e in occasione della Giornata Mondiale della Terra – la più grande manifestazione ambientale del pianeta, in cui tutti i cittadini del mondo si uniscono per celebrare la Terra e promuoverne la salvaguardia - la spedizione K2-70 ribadisce l’importanza dell’esplorazione scientifica e supporta un team composto da scienziati italiani e pakistani che lavoreranno sul ghiacciaio Godwin-Austen. L'intento è studiare per la prima volta la neve e il ghiaccio di quella regione così cruciale per gli equilibri del subcontinente indiano.
La missione, che partirà dall’Italia a metà giugno e durerà circa 40 giorni, con 10 giorni di attività di ricerca in campo, è organizzata dall’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche e dall’Università Ca’ Foscari Venezia, entrambi enti co-fondatori della Ice Memory Foundation, assieme a EvK2CNR, con il supporto della Environmental Protection Agency del Gilgit-Baltistan, Fondazione Università Ca’ Foscari Venezia, con il contributo del CAI e del Ministero dell’Università e della Ricerca.
L'obiettivo principale della spedizione scientifica è quello di valutare la fattibilità di una perforazione profonda nel Karakorum pakistano. In quest’area solo il ghiacciaio di Guliya, ubicato nel Tibet settentrionale, è stato perforato in passato. Il team estrarrà alcune carote di ghiaccio superficiali arrivando fino a 12-15 metri di profondità nella porzione più elevata del ghiaccio Godwin-Austen, ad una quota compresa tra i 5500 e 6000 metri. Inoltre, sarà misurata la temperatura nel ghiacciaio, saranno raccolti campioni di neve per verificare la presenza di contaminanti e saranno svolte delle indagini geofisiche per comprendere la conformazione del terreno e del ghiacciaio. Grazie al progetto internazionale Ice Memory, questo eccezionale campione di ghiaccio contenente informazioni sul clima e sull’ambiente himalayano del passato potrebbe essere conservato in Antartide in una ‘biblioteca’ dei ghiacci pensata per le future generazioni di scienziati, che non avranno più a disposizione i ghiacciai così come li vediamo oggi, a causa del cambiamento climatico.
«Quest’anno festeggiamo il 70esimo anniversario della spedizione sul K2 affiancando, come avvenne nel 1954, la ricerca scientifica alla salita delle otto alpiniste», afferma Antonio Montani, Presidente Generale del Club Alpino Italiano, organizzatore del progetto K2-70. «La riduzione dei ghiacciai è una tematica sempre più stringente e il Cai è in prima fila, accanto alla scienza, per accrescere la consapevolezza sulla gravità della crisi climatica e per sensibilizzare le istituzioni sulla necessità di porre l’attenzione all’ambiente e la sostenibilità al centro delle proprie politiche».
«La situazione dei ghiacciai del Karakorum è certamente molto differente da quella apparsa agli occhi di Ardito Desio e dei suoi ragazzi, in quel lontano 1954. Ed è per questo che, oggi forse più di allora, è fondamentale proseguire lo studio di questi straordinari ambienti, vere e proprie sentinelle degli attuali cambiamenti globali» continua Carlo Barbante, direttore dell’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche, professore all’Università Ca’ Foscari Venezia e vicepresidente della Ice Memory Foundation.
Il progetto della spedizione è organizzato da Cai con EvK2CNR, associazione che si occupa di ricerca scientifica e tecnologica in alta e altissima quota, che organizza anche la missione: «Ardito Desio trentacinque anni fa fondò EvK2Cnr, che da allora si è impegnata per realizzare le sue idee scientifiche in Karakorum e Himalaya con benefici anche per lo sviluppo sostenibile delle popolazioni locali. Insieme all’Agenzia delle Nazioni Unite UNDP, grazie al supporto dell’Agenzia italiana per la cooperazione e lo sviluppo, nei prossimi mesi EvK2Cnr pubblicherà l’inventario degli oltre 13200 ghiacciai del Pakistan, la più importante risorsa d’acqua dolce del continente asiatico. Questo è il presente. L’incontro con Ice Memory è una formidabile opportunità per comprendere il clima del passato e per guardare al futuro di queste regioni” dichiara Agostino Da Polenza, presidente di EvK2Cnr e capo spedizione:
il 15 giugno partirà con le atlete per il Pakistan per la grande scalata, con arrivo al campo base il 29 giugno dove cominceranno le attività alpinistiche e l’acclimatamento, per poi tentare la vetta nella seconda metà di luglio.
Il gruppo sarà guidato da Jacopo Gabrieli, ricercatore del Cnr, e dalla guida alpina Paolo Conz, assieme a due tecnici della Gilgit-Baltistan-Environmental Protection Agency, che da anni collaborano sul ghiacciaio del Pakistan con il supporto di EvK2Cnr, e Maurizio Gallo, ingegnere e guida alpina di EvK2Cnr. Opererà per una decina di giorni a monte del campo base avanzato del K2, in un campo remoto allestito appositamente per gli scienziati a una quota di circa 5.600 metri. La ricerca si svolgerà in un’area di circa 20 chilometri tra i 5.500 e i 6.000 metri di quota.
Persone
Jacopo Gabrieli
Jacopo Gabrieli ha studiato Chimica presso l'Università di Padova, e ha conseguito un dottorato in Scienze ambientali dalle Università di Venezia e Grenoble. È ricercatore presso l'Istituto di Scienze Polari del CNR, dove ha trascorso anni studiando gli archivi climatici contenuti nei carotaggi del ghiaccio. Alpinista sia per lavoro che per passione, Jacopo ha partecipato a importanti progetti di ricerca che coinvolgono i ghiacciai alpini, così come in Groenlandia, Antartide e Svalbard.
Paolo Conz
Paolo Conz è nato e vive a Feltre, nella parte meridionale delle Dolomiti. Ha intrapreso le sue prime avventure alpinistiche da adolescente, prediligendo le montagne di casa, le selvagge Dolomiti Bellunesi. In seguito, è diventato Guida Alpina, Istruttore di Soccorso Alpino ed Elisoccorritore. Ha partecipato alle missioni Ice Memory su Grand Combin, Monte Rosa, Gran Sasso, Svalbard.
Riccardo Selvatico
Riccardo Selvatico è un fotografo e videomaker che ha fatto della passione per le immagini il suo lavoro. Nato a Venezia nel 1974, si è avvicinato alla fotografia dopo la laurea in Economia del Turismo a Ca' Foscari. Oltre alla fotografia, si dedica anche al videomaking. Il suo campo d'azione è l'intero mondo dell'outdoor con particolare attenzione all'alta montagna. Durante l'inverno, ormai dal 2013, segue la produzione televisiva di Coppa del Mondo di sci alpinismo.
Organizzazioni
Ice Memory
L'iniziativa Ice Memory mira a raccogliere, salvare e gestire carote di ghiaccio da ghiacciai selezionati attualmente in pericolo di degrado o scomparsa, con l'obiettivo di preservare le informazioni che contengono per decenni e secoli a venire. Negli ultimi decenni, i glaciologi hanno osservato gli effetti dell'aumento delle temperature sui ghiacciai di alta montagna e la conseguente perdita di dati scientifici insostituibili. I dati provenienti sia dai ghiacci polari che non polari sono essenziali per comprendere l'evoluzione del clima e dell'ambiente nel passato, così come per anticipare i cambiamenti futuri. Di fronte a questa allarmante osservazione, i glaciologi Jérome Chappellaz e Carlo Barbante hanno deciso di agire lanciando l'iniziativa Ice Memory nel 2015. Margit Schwikowski (PSI) e scienziati di oltre 10 nazioni si sono uniti a loro nel 2017. Il comitato esecutivo dell'UNESCO ha riconosciuto l'importanza di salvaguardare questo patrimonio scientifico tramite due decisioni nel 2017 e nel 2018, e incoraggiando le nazioni a supportare pienamente l'iniziativa Ice Memory. Questo passo importante ha rappresentato un capitolo decisivo per il nostro team. Nel 2021, 7 importanti istituzioni scientifiche hanno creato la Fondazione Internazionale Ice Memory, situata presso la Fondazione Universitaria di Grenoble: il CNRS, l'IRD, l'Università Grenoble Alpes e l'Istituto Polare Francese (IPEV) in Francia; il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e l'Università Ca’ Foscari Venezia in Italia; e l'Istituto Paul Scherrer (PSI) in Svizzera.
Isp-Cnr
La missione dell’ISP è contribuire ad accrescere la qualità della ricerca scientifica e tecnologica dell’Italia nelle regioni polari e fornire un contributo alle conoscenze sui cambiamenti globali anche a sostegno delle politiche ambientali italiane ed europee e nello sviluppo di nuove tecnologie e metodologie di indagine. L’Istituto si propone di essere un punto di riferimento:
− Scientifico della ricerca polare del CNR, con ampie connessioni con le Università e con gli enti pubblici e privati nazionali ed internazionali, in grado di offrire competenze multidisciplinari e tecnologie essenziali allo studio ed alla salvaguardia dell’ambiente;
− Tecnico–scientifico, in grado di fornire il più qualificato contributo al Programma Nazionale di Ricerche in Antartide, al Programma di Ricerca in Artico ed alla Commissione Europea attraverso lo sviluppo di attività di ricerca e di monitoraggio; − per la cooperazione e la ricerca interdisciplinare polare anche attraverso lo sviluppo di incontri, pubblicazioni, opportunità di ricerche ed attività complementari, proponendosi come interfaccia con la società;
− Per la standardizzazione della qualità delle misure e dei metodi di elaborazione, per lo sviluppo di misure coordinate e finalizzate a comuni piani di ricerca e/o a comuni obiettivi generali;
− Per la formazione della futura generazione di ricercatori nelle scienze polari.
Ciò consentirà di comprendere meglio i cambiamenti climatici in atto negli ambienti Artici ed Antartici ed i possibili sviluppi futuri sia a livello polare che globale. Gli studi affrontano tematiche di ricerca inerenti sia aspetti chimici/geochimici che fisici in un approccio multidisciplinare per la salvaguardia di ambienti estremi vulnerabili. Le ripercussioni su tali dinamiche sono ancora poco conosciute e richiedono un approccio multidisciplinare e di lungo termine per ricerche integrate.
Università Ca’ Foscari Venezia
Ca’ Foscari è un’università pubblica, fondata il 6 agosto 1868 come Scuola Superiore di Commercio e riconosciuta oggi a livello nazionale e internazionale per risultati della ricerca e qualità della didattica, di stampo internazionale e interdisciplinare. La comunità universitaria conta oltre 23.000 studenti e studentesse, e 1.400 persone tra docenti e staff, da tutto il mondo. La sede principale è in un grande palazzo gotico nel cuore di Venezia, affacciato sul Canal Grande, e altre sedi sono diffuse nel centro storico veneziano, a Mestre e a Treviso. L’Università Ca’ Foscari Venezia fa parte di EUTOPIA, un'alleanza tra dieci università europee, e la nostra comunità di Alumni conta 80.000 contatti in tutto il mondo. E’ co-fondatrice della Fondazione Internazionale Ice Memory.
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