Il rifiuto di uno Stato membro di riconoscere il cambiamento di nome e di genere legalmente acquisito in un altro Stato membro è contrario ai diritti dei cittadini dell'Unione
Il rifiuto di uno Stato membro di riconoscere il cambiamento di nome e di genere legalmente acquisito in un altro Stato membro è contrario ai diritti dei cittadini dell'Unione. Lo ha stabilito la Corte di Giustizia Ue ricordando la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo.
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