In Francia sinistra davanti, Le Pen terza
Il Nouveau Front Populaire è a sorpresa in testa alle legislative francesi. I dati ufficiali, aggregati da Le Monde, mostrano l’Unione delle sinistre a 184 seggi, Ensemble a 168 seggi, il Rassemblement national a 143 seggi, i Républicains a 45 seggi, altri di destra a 15 seggi e altri di sinistra a 13 seggi. È la prima volta, nella Quinta repubblica, che il ballottaggio travolge i risultati del primo turno. In dettaglio, e in base ai dati ufficiali aggregati in questo caso da Figaro - le somme possono quindi risultare diverse dalle precedenti - La France Insoumise avrebbe ottenuto 78 seggi, il Parti communiste 9 seggi, il Parti socialiste 69, Les Ecologistes 28. Nel campo presidenziale, Renaissance ha ottenuto 99 seggi, Modem 33 seggi, gli indipendenti di centro 5, Horizons 26 seggi, e l’Unione di indipendenti e democratici 3. A destra, il Rassemblement nationale ha ottenuto 125 seggi e gli alleati (Éric Ciotti) 17 seggi, più un deputato di estrema destra. Vanno aggiunti 10 deputati indipendenti di sinistra, 20 di destra, e i 9 regionali. A Parigi, dove al primo turno 9 seggi su diciotto erano stati attribuiti alla sinistra, sono stati assegnati altri tre seggi all’Nfp e sei alla coalizione presidenziale Ensemble. Sulla base di questi dati, un’eventuale «campo repubblicano», che escluda Lfi e includa i Républicains, i due partiti radicali - un’alleanza difficilissima ma non impossibile - avrebbe una maggioranza assoluta tra 298 e 325 deputati secondo Ifoe e tra 302 e 342 deputati secondo Ipsos. Edouard Philippe, leader di Horizons, ha già proposto un’ampia maggioranza senza Lfi: «Le forze politiche centrali devono, senza compromessi, fare un accordo per stabilizzare la politica ma senza La France insoumise e il Rn». Un simile accordo, ammette Philippe, «non sarà duraturo, ma permetterà di gestire al meglio la Francia». Secondo Stéphane Séjourné, ministro degli Esteri, il campo presidenziale presenterà «condizioni preliminari» in vista di una maggioranza che escluda «Jean Luc Mélenchon e alcuni suoi alleati». Da destra, Laurent Wauquiez, dei Républicains, ha però detto che non ci saranno «né compromessi né coalizioni». «Il blocco centrale è ancora vivo», ha subito commentato l’entourage presidenziale che ha invitato alla «prudenza» perché il voto non risponde alla domanda «chi deve governare». L’Eliseo ha fatto sapere che Emmanuel Macron aspetterà «la strutturazione» dell’Assemblée per «prendere le decisioni necessarie» «Nessuno può dire di aver vinto - ha aggiunto il ministro degli Interni Gérald Darmanin, rieletto - soprattutto non Jean-Luc Mélenchon. Il primo ministro Gabriel Attal, rispettando la prassi, presenterà domani, lunedì 8 luglio, le dimissioni anche se manterrà le sue funzioni «per tutto il tempo necessario». «Il presidente deve inchinarsi e accettare la sua disfatta» ha subito detto il leader della France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon: «Il primo ministro se ne deve andare e il presidente deve chiamare il Nouveau Front Populaire a governare», ha aggiunto, e più tardi ha evocato le dimissioni dello stesso Macron. «Andiamo a governare», ha aggiunto la segretaria degli ecologisti Marine Tondelier, le cui parole della campagna elettorale, «Ora bisogna comportarsi come adulti», sono state ripetute ieri da Raphael Glucksmann, capolista alle europee per il Parti socialiste. Jordan Bardella, presidente di Rn, ha rivendicato «la maggiore vittoria della nostra storia» e ha riparlato di «alleanza del disonore» che ha messo la Francia «nelle mani dell’estrema sinistra di Jean-Luc Mélenchon». Usando la classica retorica populista della “vittoria rubata”, ha detto che con questa alleanza «contronatura si è cercato in tutti i modi di impedire ai francesi di scegliere liberamente una politica differente». «Ho troppa esperienza - ha invece detto Marine Le Pen - per essere delusa da un risultato che raddoppia il numero dei nostri deputati». «La nostra vittoria - ha aggiunto - è rinviata». La sorella, Marie-Caroline Le Pen, non è stata eletta.Qualche migliaio di persone si è radunato in Place de la République, dove era già in corso una manifestazione della France Insoumise, a festeggiare. A poca distanza, alcuni black block hanno incendiato biciclette e immondizia e hanno provocato la polizia con il lancio di bottiglie e di petardi. Un breve lancio di lacrimogeni e qualche scontro, che non hanno fermato la pacifica festa in piazza, hanno risolto il problema. Altri hanno attaccato Bouygues Télécom à Saint-Martin et Banque populaire sur le boulevard Magenta. Manifestazioni anche in altre città della Francia. Domenica scorsa, al primo turno, i francesi hanno dato al Rassemblement National - e i suoi alleati ex-Républicains – il 33% dei voti, davanti all’alleanza di sinistra Nouveau Front Populaire (Nfp) al 28%) e al campo presidenziale Ensemble, al 20%. Al secondo turno - quando non si è votato per tutte le circoscrizioni - Rn ha ricevuto il 35,6%, il Nfp il 25,7%, e Ensemble (più Horizons) il 24,2%. L’affluenza al voto si conferma a livelli record: secondo i dati del ministero dell’Interno, ha votato il 66,6% degli aventi diritto, contro il 66,7% di una settimana fa. Una partecipazione che segna il record dal 1997, quando votò al secondo turno il 71,1%. Nel 2022 aveva votato, al secondo turno, il 46,2% degli aventi diritto.
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