ISIS: 'Se i cristiani vogliono vivere in Africa devono convertirsi all’Islam, pagare un tributo, oppure scappare'

Nov 4, 2025 - 00:32
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ISIS: 'Se i cristiani vogliono vivere in Africa devono convertirsi all’Islam, pagare un tributo, oppure scappare'

All’inizio di ottobre 2025, l’ISIS ha pubblicato una dichiarazione contenente questo avvertimento: “Se i cristiani dell’Africa desiderano essere al sicuro ed evitare di essere uccisi, devono sapere che l’islam concede loro la libertà di scegliere: seguire l’islam – diventando così nostri fratelli nella fede (iman), con gli stessi diritti e doveri. Pagare la jizya (tributo) in umiliazione e sottomissione – preservando così il loro sangue e vivendo in sicurezza nei loro villaggi. Andare incontro alla morte – rifiutando sia l’islam sia la jizya affronteranno l’espulsione o la morte, come accade ormai da anni”. Quanto affermato non fa altro che confermare una realtà che ormai va avanti da anni nel continente africano, in particolare nell’area sub-sahariana. Nella regione, infatti, sono almeno 16.2 milioni i cristiani sfollati a motivo della violenza e dei conflitti. La campagna Arise Africa, promossa da Porte Aperte/Open Doors, nasce proprio con l’intento di rispondere all’urgenza della crescente persecuzione dei cristiani in nazioni come Nigeria, Sudan, Eritrea, Niger, Burkina Faso, Repubblica Democratica del Congo e Mozambico. In Nigeria si registrano almeno 35.000 uccisioni di cristiani negli ultimi 10 anni. Lo scorso giugno, nella comunità di Yelewata (al 99% cristiana), nello Stato di Benue, per mano di miliziani islamici Fulani, almeno 218 persone sono state brutalmente uccise e migliaia sono sfollate. Quest’anno sono già svariate centinaia le vittime e migliaia gli sfollati, confermando ancora una volta l’incapacità da parte del governo nigeriano di difendere la propria popolazione. La Nigeria è oggi al settimo posto nella World Watch List 2025 di Porte Aperte/Open Doors e si conferma tra i paesi in cui è più pericoloso essere cristiani. In Mozambico, migliaia di persone sono fuggite dalle proprie case nel nord del Paese, dove lo Stato Islamico ha intensificato gli attacchi contro i cristiani. Solo a inizio 2024 un’ondata di attacchi improvvisi nella provincia di Chiure si stima abbia costretto almeno 425.000 a sfollare in un’altra zona interna alla nazione. Un ulteriore attacco è stato poi registrato tra il 9 e il 12 ottobre di quest’anno, quando il gruppo localmente noto come al-Shabab (Ahlu Sunnah wa Jama’ah) ha attaccato il villaggio di Napala. L’assalto ha provocato la morte di almeno 20 cristiani, la distruzione di 1300 abitazioni, inclusi 2 luoghi di culto, e lo sfollamento di circa 2000 fedeli.

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Redazione Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore di Radiocom.tv