Italia/Tunisia, accordo che autorizza 4mila lavoratori tunisini non stagionali ogni anno
Italia e Tunisia hanno firmato un accordo che autorizza 4mila lavoratori tunisini non stagionali ogni anno.
Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, ha affermato: “si tratta di un impegno concreto da parte del Governo per rispondere in modo più adeguato ai fabbisogni di manodopera del nostro sistema produttivo e allo stesso tempo favorire la gestione dei flussi migratori regolari, controllati e sicuri di Lavoratori tunisini”. Lo ha affermato il Ministro Calderone, a margine della firma dell'accordo triennale, avvenuta oggi a Tunisi, da parte del Vice Primo Ministro e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, e del suo omologo tunisino Nabil Ammar.
Il protocollo prevede procedure semplificate per il rilascio dei visti e dei permessi di soggiorno. Inoltre, in deroga alla regola generale su questa tipologia di ingressi, i lavoratori interessati avranno la possibilità di restare in Italia anche al termine del contratto, per il periodo di validità del permesso di soggiorno, e di accedere ad ulteriori opportunità occupazionali e di residenza regolare.
L'atto definisce un piano di lavoro e le modalità di attuazione dell'accordo, attraverso la firma di un protocollo tra i rispettivi soggetti specializzati (per parte italiana Anpal Servizi) per l'individuazione di settori, livelli di competenze e modalità di incontro tra domanda e offerta.
Il ministro ha inoltre annunciato un progetto pilota approvato dal ministero per la formazione di 40 lavoratori in Tunisia, da portare in Italia. Questa iniziativa non rientra però nel decreto quote, promosso dall'ANCE. Si tratta del primo progetto di questo tipo grazie alla riforma dell'inserimento lavorativo promossa dal Governo. Questo progetto pilota apre la strada ad un intervento più ampio e strutturato per la formazione in Tunisia e l'ingresso in Italia di almeno altri 500 lavoratori, finanziato attraverso risorse europee e in collaborazione con l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni.
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