Le elezioni in programma in Bangladesh saranno 'libere, eque, trasparenti e credibili'
Le elezioni in programma oggi in Bangladesh saranno “libere, eque, trasparenti e credibili”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri del Bangladesh, Adul Kalam Abdul Momen, in un’intervista al canale di informazione indiano “Wion”. “Non ci sono dubbi”, ha affermato. “Se qualcuno vuole osservare, abbiamo invitato centinaia di osservatori, circa 25 mila osservatori elettorali locali e 227 osservatori internazionali, provenienti da molte organizzazioni, come il Commonwealth, l’Unione interparlamentare e l’Organizzazione per la cooperazione islamica. Ci sono osservatori occidentali qui e sono liberi di spostarsi ovunque. Inoltre, ci sono giornalisti da tutto il mondo”, ha aggiunto. L’esponente del governo di Dacca ha assicurato anche che è stato disposto un massiccio spiegamento di forze per garantire la sicurezza e ha definito un attacco di “guerriglia” il rogo di un treno avvenuto nella notte nella capitale. “Il governo ha adottato misure adeguate affinché non ci siano più violenze, ma questi sono attacchi di guerriglia durissimi. Quindi è difficile dire se ce ne saranno altri, ma cercheremo di fare in modo che nessun incendiario possa approfittarne fino al momento delle elezioni. Abbiamo mobilitato migliaia di unità di polizia in tutto il Paese e abbiamo chiesto all’opinione pubblica di farci sapere se sono a conoscenza di qualche piano, e il pubblico sarà ricompensato. Quindi spero che la violenza si riduca drasticamente”, ha detto. Nella notte un treno della linea Benapole Express è stato dato alle fiamme a Dacca e quattro persone sono morte. Tra le vittime ci sono anche due bambini. La polizia metropolitana della capitale ha effettuato otto arresti. Secondo quanto riferito in una conferenza stampa da Harun-Or-Rashid, capo della sezione investigativa della polizia, tra gli arrestati ci sono un membro del Partito nazionalista del Bangladesh (Bnp), Nabi Ullah Nabi, e cinque attivisti di Jubo Dal, l’ala giovanile del Bnp. “Almeno 12-13 dirigenti dell’unità Jubo Dal hanno tenuto una videoconferenza giovedì intorno alle 18. Hanno pianificato attacchi incendiari sulle rotte Kishorganj-Narsingdi e Narayanganj-Kamalapur e violenti attacchi con bombe in vari seggi elettorali in diversi quartieri”, ha detto Harun. Oggi quasi 120 milioni di elettori sono convocati alle urne per rinnovare la Casa della Nazione, il parlamento unicamerale. I 1.896 candidati in corsa si contenderanno 300 seggi, assegnati col sistema maggioritario in altrettanti collegi (altri 50 sono di nomina e riservati a donne). Il partito della prima ministra Sheikh Hasina, la Lega popolare bengalese (Al), parte da una posizione di schiacciante maggioranza: nella legislatura che sta per chiudersi conta 306 deputati. Inoltre, il suo principale oppositore, il Bnp, manca dalla lista delle 27 forze politiche registrate dalla Commissione elettorale, avendo deciso di boicottare un voto in condizioni che ritiene non eque. La Lega popolare guida una “grande alleanza” di cui fanno parte formazioni minori di area socialista ma non solo, alcune delle quali sono attualmente presenti in parlamento con rappresentanze non superiori a quattro deputati. Nel campo avverso, il Partito nazionale (Jpe), guidato da Ghulam Muhammed Quader e attualmente rappresentato da 27 parlamentari, è quello più rilevante. Il Paese è da mesi teatro di manifestazioni dell’opposizione politica, cui si sono aggiunte le proteste dei lavoratori del settore tessile contro i licenziamenti in risposta alle richieste di aumenti di retribuzioni e migliori condizioni di lavoro. Il Bnp ha manifestato per chiedere le dimissioni del governo in carica e l’insediamento di un esecutivo ad interim fino alle elezioni, nonché l’annullamento delle condanne a carico della sua leader, l’abrogazione delle leggi sulla sicurezza digitale, sull’antiterrorismo e sui poteri speciali, oltre a una serie di misure economiche. La violenza pre-elettorale ha suscitato la preoccupazione dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani e della comunità internazionale, soprattutto dopo il 28 ottobre, quando le manifestazioni a Dacca sono degenerate in scontri, seguiti da centinaia di arresti, tra cui quello del segretario generale del Bnp, il settantacinquenne Mirza Fakhrul Islam Alamgir. Il 30 ottobre le ambasciate in Bangladesh di sette Paesi – Australia, Canada, Corea del Sud, Giappone, Norvegia, Regno Unito e Stati Uniti – a nome dei rispettivi governi hanno fatto appello a “tutte le parti a esercitare la moderazione, a evitare la violenza e a collaborare per creare le condizioni per elezioni libere, eque, partecipate e pacifiche”.
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