Libertà di stampa questa sconosciuta

Mag 8, 2023 - 09:52
Giu 14, 2023 - 17:51
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Libertà di stampa questa sconosciuta

Rispetto all’anno scorso la Russia è scesa di nove posizioni e si è classificata 164esima per libertà di stampa. Nell’ultimo anno il governo di Mosca ha diffuso molte informazioni false sulla guerra in Ucraina per nascondere crimini di guerra ai propri cittadini e viceversa far loro credere a grandi successi dell’esercito russo. Per evitare che le persone vengano a sapere la verità sul conflitto e inizino a lamentarsi, Internet è stato limitato e i giornalisti che provano a raccontare i fatti vengono cacciati dal Paese o arrestati.

In Ucraina invece la libertà di stampa è migliorata, anche se qui nell’ultimo anno molti sono morti per raccontare la guerra. Non solo giornalisti: a rimetterci la vita in nome della libertà di stampa sono anche i cosiddetti “fixer”, persone del luogo che decidono di aiutare i reporter stranieri a orientarsi nel territorio, a comunicare nella lingua locale e a trovare personaggi interessanti da intervistare. Qualche giorno fa uno di loro, di nome Bogdan Bitik, che accompagnava proprio un cronista italiano nella città ucraina di Kherson, è stato ucciso da un proiettile anche se indossava il giubbetto con la scritta «press», che in inglese vuol dire “stampa” e rende riconoscibili i giornalisti in guerra in modo tale che possano lavorare senza essere colpiti dagli attacchi.

E l’Italia? Secondo il World Press Freedom Index, la libertà di stampa nel nostro Paese è minacciata soprattutto da gruppi criminali che non vogliono che i giornalisti scoprano i loro sporchi affari. Per convincerli a smettere di raccontare la verità, ad alcuni cronisti sono state bruciate le auto e mandati messaggi di minaccia e per questo oggi 20 giornalisti italiani sono protetti dalla polizia. Dopo la pandemia, sono aumentate anche le persone violente che ostacolano giornalisti e fotografi che documentano le manifestazioni ma comunque, rispetto al 2022, l’Italia ha risalito di ben 17 posizioni la classifica per la libertà di stampa.

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Giò Barbera Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore del portale areamediapress.com e di Radiocom.tv