Libertà di stampa questa sconosciuta
Rispetto all’anno scorso la Russia è scesa di nove posizioni e si è classificata 164esima per libertà di stampa. Nell’ultimo anno il governo di Mosca ha diffuso molte informazioni false sulla guerra in Ucraina per nascondere crimini di guerra ai propri cittadini e viceversa far loro credere a grandi successi dell’esercito russo. Per evitare che le persone vengano a sapere la verità sul conflitto e inizino a lamentarsi, Internet è stato limitato e i giornalisti che provano a raccontare i fatti vengono cacciati dal Paese o arrestati.
In Ucraina invece la libertà di stampa è migliorata, anche se qui nell’ultimo anno molti sono morti per raccontare la guerra. Non solo giornalisti: a rimetterci la vita in nome della libertà di stampa sono anche i cosiddetti “fixer”, persone del luogo che decidono di aiutare i reporter stranieri a orientarsi nel territorio, a comunicare nella lingua locale e a trovare personaggi interessanti da intervistare. Qualche giorno fa uno di loro, di nome Bogdan Bitik, che accompagnava proprio un cronista italiano nella città ucraina di Kherson, è stato ucciso da un proiettile anche se indossava il giubbetto con la scritta «press», che in inglese vuol dire “stampa” e rende riconoscibili i giornalisti in guerra in modo tale che possano lavorare senza essere colpiti dagli attacchi.
E l’Italia? Secondo il World Press Freedom Index, la libertà di stampa nel nostro Paese è minacciata soprattutto da gruppi criminali che non vogliono che i giornalisti scoprano i loro sporchi affari. Per convincerli a smettere di raccontare la verità, ad alcuni cronisti sono state bruciate le auto e mandati messaggi di minaccia e per questo oggi 20 giornalisti italiani sono protetti dalla polizia. Dopo la pandemia, sono aumentate anche le persone violente che ostacolano giornalisti e fotografi che documentano le manifestazioni ma comunque, rispetto al 2022, l’Italia ha risalito di ben 17 posizioni la classifica per la libertà di stampa.
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