Libia, l’Onu boccia le leggi del parlamento, elezioni più lontane
Le leggi per le elezioni presidenziali e parlamentari redatte in Libia dal Comitato misto 6+6 (composto da parlamentari e consiglieri dell’est e dell’ovest) e approvate dalla Camera dei rappresentanti con sede in Cirenaica rappresentano “una base di lavoro” per lo svolgimento delle elezioni, ma “rimangono questioni controverse che devono essere affrontate e risolte attraverso una soluzione politica”.
Lo afferma la Missione di sostegno delle Nazioni Unite (Unsmil) in una dichiarazione ufficiale diffusa dall'agenzia di stampa Nova dopo la prima revisione tecnica della Legge 28/2023 sulle elezioni presidenziali e della Legge 27/2023 elettorale parlamentare ricevute lo scorso 5 ottobre dalla presidenza del Parlamento basato nell’est. In particolare, “l’Unsmil elogia gli sforzi (…) nella stesura di queste leggi, che rappresentano un compromesso tra i membri del Comitato 6+6, ed esprime il suo apprezzamento per i progressi raggiunti, nonostante le sfide e le pressioni affrontate”. Tuttavia, “rimangono alcune controverse che devono essere affrontate e risolte attraverso una soluzione politica”.
Secondo l’Unsmil, gli ostacoli da superare sono almeno quattro: primo, la previsione di un secondo turno obbligatorio per le elezioni presidenziali, anche se il vincitore del primo turno ottenesse il 50+1 dei voti; secondo, la disposizione collega le elezioni presidenziali e parlamentari, subordinando le elezioni della futura dell’Assemblea nazionale al successo delle elezioni presidenziali; terzo, la questione di un governo unitario per portare il Paese alle elezioni e chiudere il capitolo dei governi ad interim; quarto, la necessità della piena inclusione dei libici, comprese le donne e tutte le componenti culturali. La missione delle Nazioni Unite guidata dal politico senegalese Abdoulaye Bathily “sottolinea che queste questioni sono di natura politica e richiedono un compromesso nazionale per portare il paese alle elezioni”, invitando “le principali parti interessate a farsi avanti in buona fede e ad impegnarsi in un dialogo costruttivo per affrontare queste questioni di lunga data una volta per tutte”.
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