Melanoma, i dermatologi: “Collaboriamo con le Istituzioni per prevenzione e diagnosi precoce”
La Società Italiana di Dermatologia si è detta disponibile a lavorare con le Istituzioni per definire percorsi chiari di prevenzione e diagnosi precoce del melanoma e dei tumori cutanei, garantendo efficacia senza aggravare i costi del sistema sanitario. Il presidente ha chiarito che la cosiddetta “mappatura dei nei” non è una vera prestazione medica, ma un termine improprio: ciò che conta è l’esame dermatologico con strumenti come il dermatoscopio, la videodermatoscopia e, nei casi più complessi, la microscopia confocale a riflettanza e la total body photography, non ancora incluse nei LEA. Secondo le linee guida europee, la diagnosi si basa sull’uso del dermatoscopio da parte di specialisti formati, ma i Medici di Medicina Generale possono svolgere un ruolo importante come primo filtro, se adeguatamente formati e supportati anche dalla teledermatologia, per ridurre invii inutili e abbreviare i tempi per i casi urgenti. Il presidente ha ribadito che la vera prevenzione parte dall’educazione alla protezione solare, dall’autoesame periodico e dall’identificazione dei soggetti più a rischio (molti nei, fototipo chiaro, scottature infantili, familiarità o mutazioni genetiche). Un intervento immediato e concreto, ha concluso, sarebbe differenziare le visite dermatologiche oncologiche da quelle generali, così da indirizzare subito i pazienti verso strutture dotate di competenze e strumenti adeguati e ridurre i tempi di attesa.
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