Migranti, ActionAid: Cpr disastro finanziario, rimpatri fermi al 10%
I Cpr sono “un disastro per le finanze pubbliche” e “un modello di disumanità“. Lo sostiene ActionAid che, con il Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Bari, ha realizzato il report ‘Trattenuti 2024. Una radiografia del sistema detentivo per stranieri’ nel quale ricostruisce il sistema di detenzione per il rimpatrio tra il 2014 e il 2023, con dati raccolti grazie a 97 richieste di accesso agli atti a Ministero dell’Interno, Prefetture e Questure e a 53 richieste di riesame. Sono “50mila – si legge – le persone straniere detenute dal 2014 al 2023 in centri che violano i diritti umani e sono un disastro per le finanze pubbliche, in uno scenario di progressiva e deliberata confusione tra sistema di accoglienza e detentivo, caos amministrativo e costi astronomici. Così i Cpr in Italia appaiono come modello di disumanità, gestione incontrollata e fallimentare da cui prendono forma i nuovi centri di trattenimento in Albania targati Governo Meloni”. La Sicilia “è il nuovo hub per il trattenimento leggero, come definito dal ministro Piantedosi, dei richiedenti asilo sottoposti a procedure di frontiera. E proprio dai Cpr siciliani – sottolinea ActionAid nel report – parte il 54% dei rimpatri nazionali, l’85% dei quali di soli cittadini tunisini: il sistema nei fatti trattiene persone in frontiera, in particolare in Sicilia, e si fonda sul solo accordo bilaterale con la Tunisia. I cittadini tunisini però nel 2023 sono stati meno dell’11% degli arrivi complessivi in Italia e sempre nel 2023 dai Cpr è stato rimpatriato solo il 10% delle persone che ha ricevuto un ordine di espulsione”.
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