Milano, all’Arlecchino l’Italia degli anni 60 in tre film
Il boom degli anni 60 è stato certamente un punto di svota per il nostro Paese. Grazie a una maggiore disponibilità economica gli italiani hanno avuto la possibilità di avere una qualità della vita migliore. Si sono realizzate importanti infrastrutture; l’Italia si è aperta al mondo e molte battaglie civili e sociali hanno reso il nostro un Paese moderno. Anche la cultura e la creatività sono rifiorite raccontandoci non solo gli aspetti nuovi degli anni sessanta ma anche i temi più oscuri e contraddittori che li hanno attraversati.
Il trittico di film che proponiamo – composto da Rocco e i suoi fratelli, La bella di Lodi e L’uomo dei cinque palloni – va in quest’ultima direzione raccontandoci storie di perdenti, ritratti di uomini e donne alienati e ossessionati dal loro tempo. Sono gli anticorpi essenziali all’esaltazione del boom che i film di Luchino Visconti, Mario Missiroli e Marco Ferreri ci presentano con lucidità utile a capire le sfaccettature di un fenomeno sociale ed economico anche perfido e terribile. Il mondo operaio delle nuove borgate del Nord Italia, quello industriale e la neo borghesia rampante e senza scrupoli sono raccontati speditamente e interpretati da attori che hanno reso il cinema italiano di quegli anni indimenticabile.
I FILM
Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti
La storia di cinque fratelli lucani immigrati a Milano con la madre. L’unione familiare si lacera sotto la pressione della nuova vita. Simone, il più turbolento, ammazza Nadia, una prostituta che era stata sua amante prima di mettersi con il fratello Rocco, pugile di belle speranze…
Credits
(Italia/Francia 1960, bianco e nero, 180′). Regia: Luchino Visconti; produzione: Goffredo Lombardo per Titanus/Les Films Marceau; sceneggiatura: Luchino Visconti, Suso Cecchi d’Amico, Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa, Enrico Medioli; fotografia: Giuseppe Rotunno; musica: Nino Rota. Interpreti: Alain Delon, Renato Salvatori, Katina Paxinou, Annie Girardot, Roger Hanin, Paolo Stoppa, Suzy Delair, Claudia Cardinale.
La bella di Lodi di Mario Missiroli
Roberta e Franco si sono conosciuti in maniera occasionale su una spiaggia vicino a Marina di Pietrasanta in un pomeriggio d’estate. I due intraprendono una relazione che li porta in varie località del nord Italia: Modena, Bologna, Venezia e Lodi. La ragazza arriva a vivere per qualche tempo in un motel d’autostrada pur di stare vicina al suo amante nel vano tentativo di plasmarlo ed introdurlo così nel mondo borghese dell’imprenditoria e farne un manager commerciale nel settore delle automobili.
Credits
(Italia 1963, bianco e nero, 80′). Regia: Mario Missiroli; produzione: Alfredo Bini per Arco Film; sceneggiatura: Alberto Arbasino, Mario Missiroli; fotografia: Tonino Delli Colli; musica: Piero Umiliani; interpreti: Stefania Sandrelli, Angel Aranda, Elena Borgo, Maria Monti.
Break Up – L’uomo dei cinque palloni di Marco Ferreri
Mario Fuggetta è proprietario di un’industria specializzata nella produzione di cioccolato. La sua routine quotidiana viene interrotta da un episodio particolare: dopo aver raccolto un palloncino, usato per una trovata pubblicitaria, l’uomo si chiede fino a che punto può, tale oggetto, essere gonfiato. Da semplice e banale dilemma, questo interrogativo si trasforma in una vera e propria ossessione.
Credits
(Italia 1965, bianco e nero e colori, 85′). Regia: Marco Ferreri; produzione: Carlo Ponti; sceneggiatura: Marco Ferreri, Rafael Azcona; fotografia: Aldo Tonti; musica: Teo Usuelli; interpreti: Marcello Mastroianni, Catherine Spaak, Ugo Tognazzi.
Il profilo dei registi
Luchino Visconti (Milano 1906 – Roma 1976). Esordì nel cinema come aiuto di Jean Renoir, passando alla regia nel 1942. Personalità fra le più interessanti e colte del cinema europeo, con idee personali sulla vita, la società e la nostra epoca, spesso ideatore del soggetto, diresse: Ossessione (1942); La terra trema (1948), considerato uno dei classici del neorealismo; Bellissima (1951); Senso (1954); Le notti bianche (1957); Rocco e i suoi fratelli (1960); Il gattopardo (1963); Vaghe stelle dell’Orsa … (1965); Lo straniero (1967); La caduta degli dei (1969); Morte a Venezia (1971); Ludwig (1973); Gruppo di famiglia in un interno (1975); L’innocente (1976). La sua problematica, soprattutto negli ultimi film, è incentrata sul tema fondamentale della decadenza e della morte, spesso intesa come consapevole volontà di autodissolvimento. Visconti dal 1945 è stato anche regista teatrale, dirigendo un gran numero di spettacoli con repertorio assai eclettico, con titoli quali Troilo e Cressida e Rosalinda di Shakespeare; Oreste di Alfieri; La locandiera e L’impresario delle Smirne di Goldoni; Le tre sorelle, Zio Vania, Il giardino dei ciliegi di Čechov). Regista lirico di grande talento (La vestale, La traviata, La sonnambula, Anna Bolena, ecc.), ha svolto un ruolo decisivo nel rinnovamento delle messinscene italiane.
Mario Missiroli (Bergamo 1934 – Torino 2014). Considerato uno dei più importanti registi del teatro italiano, si è diplomato in regia all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica ed è stato assistente di Giorgio Strehler. Tra le sue regie si ricordano: Il processo (1975); Vestire gli ignudi (1977); La Mandragola (1983); Chi ha paura di Virginia Woolf (1985); Tragedia popolare (1988); Capitano Ulisse (1989); Lulu (1991); Sei personaggi in cerca d’autore (1993). Missiroli è stato anche sceneggiatore e regista cinematografico. L’esordio nel è avvenuto nel 1959 collaborando con Valerio Zurlini in qualità di sceneggiatore per il film Estate violenta, per passare alla regia di un proprio progetto nel 1963 con il film La bella di Lodi. Tra gli altri film si ricordano: L’attesa (1967); Il ladro (1968); La morte di Danton (1972).
Marco Ferreri (Milano 1928 – Parigi 1997). Trasferitosi in Spagna nel 1956, vi diresse film caratterizzati da un umorismo corrosivo e spietato: El pisito (1958), Los chicos (1959), El cochecito (1960). Rientrato in Italia, realizzò opere imperniate essenzialmente sulla critica della famiglia e del matrimonio: Una storia moderna: l’ape regina (1963), La donna scimmia (1964), L’uomo dei cinque palloni (1965), Marcia nuziale (1966), L’harem (1967). Con Dillinger è morto (1969) Ferreri raggiunse la piena maturità espressiva, ribadita quindi in Il seme dell’uomo (1969), L’udienza (1972), La grande bouffe (1973). Dopo la graffiante satira di Touche pas la femme blanche (1974), approfondì la sua tradizionale tematica della negatività, della morte, dell’alienazione dell’uomo nel mondo contemporaneo e soprattutto della crisi dei rapporti tra uomo e donna: Ciao maschio (1978), Chiedo asilo (1979), Storie di ordinaria follia (1981), Storia di Piera (1983), Il futuro è donna (1984), I love you (1986), Oh come sono buoni i bianchi!!! (1988), La carne (1991), Diario di un vizio (1993). (treccani.it)
La Programmazione
Rocco e i suoi fratelli
Mercoledì 14 ore 20.30
Domenica 18 ore 14.30
Giovedì 22 ore 20.30
Domenica 25 ore 20.30
La bella di Lodi
Giovedì 15 ore 17.00
Venerdì 23 ore 17.00
Break Up – L’uomo dei cinque palloni
Venerdì 16 ore 17.00
Mercoledì 21 ore 19.00
Qual è la tua reazione a questa notizia?