Mozambico, il presidente Chapo presta giuramento: 'Il Paese è più grande di qualsiasi crisi'
Il nuovo presidente del Mozambico, Daniel Chapo, ha prestato oggi giuramento nella capitale Maputo. Nel suo discorso d’insediamento, avvenuto alla presenza di diversi leader africani, Chapo ha promesso di “dedicare tutte le mie energie alla difesa, alla promozione e al consolidamento dell’unità nazionale, dei diritti umani, della democrazia e del benessere del popolo mozambicano”, e ha chiesto un minuto di silenzio per le vittime delle proteste che hanno insanguinato il Paese dopo le contestate elezioni generali dello scorso 9 ottobre. “Il Mozambico è più grande di qualsiasi crisi”, ha affermato Chapo, assicurando che non tollererà “i topi che tolgono la pace alle nostre famiglie”. “Siamo qui per servire il Paese, non per servire noi stessi”, ha quindi aggiunto, sottolineando che le priorità del suo mandato saranno la sanità e l’istruzione e la lotta alla disoccupazione, all’intolleranza e alla corruzione. La cerimonia, come prevedibile, è stata caratterizzata da forti tensioni, con la polizia che ha spara sui manifestanti radunati nella zona di Piazza dell’Indipendenza, dove si è svolto il giuramento. Secondo quanto riferito dal quotidiano “Observador”, un manifestante sarebbe rimasto ucciso. La cerimonia d’insediamento del presidente eletto del Mozambico candidato del Fronte di liberazione del Mozambico (Frelimo) e vincitore delle contestate elezioni generali dello scorso 9 ottobre, è stata boicottata dal leader del Partito ottimista per lo sviluppo del Mozambico (Podemos) e secondo classificato alle elezioni del 9 ottobre, Venancio Mondlane, che ha invitato i suoi sostenitori e i cittadini mozambicani a scendere di nuovo in piazza contro quelli che definisce “i ladri del popolo”, dopo essere tornato nel Paese dall’esilio autoimposto in Sudafrica e aver denunciato di essere sopravvissuto a un tentativo di assassinio. Anche i due storici partiti di opposizione del Mozambico – la Resistenza nazionale mozambicana (Renamo) e il Movimento democratico del Mozambico (Mdm) – hanno annunciato che boicotteranno la cerimonia d’insediamento di Chapo, non riconoscendolo come il legittimo vincitore delle elezioni. Lo scorso 23 dicembre il Consiglio costituzionale, pur confermando la vittoria di Chapo, ha rivisto al ribasso il suo margine di vittoria, proclamandolo vincitore delle elezioni con il 65 per cento contro il 24 per cento ottenuto da Mondlane, mentre la Commissione elettorale aveva attribuito a Chapo il 71 per cento dei voti contro il 20 per cento del suo principale sfidante. Mondlane, da parte sua, ha rivendicato la vittoria con il 53 per cento dei voti sulla base di un conteggio parallelo, denunciando gravi irregolarità nelle operazioni di voto e indicendo un’ondata di manifestazioni di protesta. Secondo la piattaforma di monitoraggio civico Decide, almeno 278 persone sono morte nelle proteste iniziate lo scorso 21 ottobre contro l’esito ufficiale delle elezioni presidenziali. Irregolarità sono state osservate anche dagli altri partiti di opposizione partecipanti al voto – la storica opposizione Renamo e il Mdm – oltre che dalla missione di monitoraggio elettorale dell’Unione europea.
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