Sono già trascorsi due anni dalla liberazione di Bucha

Apr 3, 2024 - 09:04
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Sono già trascorsi due anni dalla liberazione di Bucha

Sono trascorsi due anni dalla liberazione di Bucha e questo sobborgo a nord-ovest di Kiev cerca ancora di riprendersi dal tentativo dei russi tra febbraio e marzo 2022 di arrivare subito alla capitale ucraina. Con le sue 509 vittime civili lasciate per le strade e nelle case o gettate in fosse comuni, alcune ritrovate con segni di tortura o di esecuzioni, Bucha resta con la vicina Irpin uno dei simboli dei crimini di guerra commessi durante l'invasione russa dell'Ucraina. Le autorità locali stanno ancora lavorando sull'identificazione dei dispersi e non hanno chiuso un bilancio ufficiale dell'occupazione della città. Provarono a difendere le proprie case dagli invasori anche molti volontari, armatisi di fronte alla necessità, tra cui Andrii Verbovyi, arrestato dai russi e ritrovato morto con le mani legate dietro la schiena giorni dopo la loro ritirata. "Per me è come se fosse successo ieri, non è cambiato nulla" racconta Nataliia Verbova all'Associated Press, che per prima diffuse le foto di suo marito e dei compagni giustiziati, i cui corpi ed espressioni erano stati preservati dall'inverno ucraino. "Il mondo non dovrebbe dimenticare che la guerra si è presa la vita di soldati e di civili" aggiunge Verbova al cimitero dove riposa il marito "persone uccise magari mentre stavano solo passando per quelle strade a piedi o in auto". Questa donna, che conserva il portafoglio e la rubrica telefonica di Andrii come reliquie, sta cercando ancora di fare riconoscere al marito deceduto lo status di combattente, che le garantirebbe assistenza finanziaria da parte del governo. Lo stesso obiettivo che si è posto Oleksandr Turovskyi, che ha perso il figlio Svyatoslav a 35 anni. Era tra i sette morti per la difesa di Bucha insieme con Andrii Verbovyi. "Ho ancora la sensazione che lui rientri dal lavoro ogni sera e chieda come stai?" dice Turovskyi "è come se lo aspettassi, anche se l'ho seppellito". Dove c'erano croci di legno in cimiteri provvisori, oggi lapidi di marmo mostrano i volti dei caduti. Caffè e ristoranti di Bucha sono aperti, cantieri e nuovi condomini in costruzione offrono speranza per il futuro. "Non si tratta solo di ricostruire dalle macerie, ma anche di preservare l'idea di un mondo libero e dell'unità europea" ha detto lunedì il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, commemorando l'anniversario della liberazione della città.

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Giò Barbera Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore del portale areamediapress.com e di Radiocom.tv