“Wall Street Journal”: Mosca sposta i sistemi di difesa aerea e altre armi avanzate dalla Siria alla Libia

Dic 20, 2024 - 02:52
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“Wall Street Journal”: Mosca sposta i sistemi di difesa aerea e altre armi avanzate dalla Siria alla Libia

La Russia sta ritirando i sistemi avanzati di difesa aerea e altre armi sofisticate dalle basi in Siria e li sta trasferendo in Libia. Lo hanno affermato fonti statunitensi e libiche citate dal “Wall Street Journal”, secondo cui aerei cargo russi hanno trasportato equipaggiamenti di difesa aerea, tra cui radar per i sistemi intercettori S-400 e S-300, dalla Siria alle basi nella Libia orientale controllate dal comandante in capo dell’Esercito nazionale libico (Enl), Khalifa Haftar, sostenuto dal Cremlino. Secondo le stesse fonti, i russi starebbero valutando se potenziare le strutture che già dispongono a Tobruk per ospitare le navi da guerra russe. Non è chiaro se i sistemi d’arma, compresi i componenti dell’S-400, rimarranno in Libia o saranno riportati in Russia, ha affermato un funzionario Usa citato dal “Wsj”. Per ora, gli aerei russi sembrano fare fermate regolari in Libia. Lo scorso 16 dicembre, secondo il sito web di tracciamento dei voli “AirNav Radar”, un aereo cargo di proprietà del ministero russo per le Situazioni di emergenza, che è coinvolto in missioni militari e umanitarie, ha fatto tappa – per la seconda volta in una settimana – nella Libia orientale durante il suo viaggio dalla Russia al Mali, dove la Russia ha una presenza militare. Non è chiaro cosa trasportasse l’aereo. Un aereo cargo di proprietà di Rubistar, una società che secondo gli Stati Uniti ha consegnato personale ed elicotteri russi in Africa, è inoltre volato da Minsk, in Bielorussia, alla Libia orientale il 13 dicembre, secondo il sito di tracciamento aereo “Flightradar24”. I funzionari libici hanno affermato che il volo trasportasse attrezzature logistiche come veicoli e apparecchiature per le telecomunicazioni. Il viceministro degli Esteri russo, Mikhail Bogdanov, ha dichiarato che Mosca è in contatto con la leadership politica di Hayat Tahrir al Sham (Hts), il gruppo ribelle che ha guidato l’offensiva per rovesciare il presidente siriano Bashar al Assad, per discutere il futuro delle basi russe. La Russia è già presente in Libia, anche tramite il gruppo paramilitare Wagner, che ha stretti legami con Haftar, il cui Esercito nazionale libico controlla l’est del paese devastato dalla guerra. I combattenti Wagner hanno utilizzato le strutture di Haftar, tra cui una base aerea, come “hub” di transito verso altri paesi africani. L’anno scorso alti funzionari russi hanno incontrato Haftar per discutere dei diritti di attracco a lungo termine nei porti di Bengasi o Tobruk, entrambi situati a meno di 400 miglia dalla Grecia e dall’Italia, ha riportato il “Wall Street Journal”. Per anni Haftar ha chiesto alla Russia sistemi di difesa aerea per rafforzare la sua presa sul paese diviso, che è stato scosso dalla violenza da quando una rivolta del 2011 ha rovesciato il dittatore di lunga data Muammar Gheddafi. Da allora, gruppi armati e potenze straniere si sono contesi il potere, con una guerra civile scoppiata nel 2019. Il paese rimane diviso tra fazioni a est e a ovest. La presenza della Russia in Libia offre ad Haftar protezione dai gruppi sostenuti dalla Turchia con base nella Libia occidentale. Secondo gli analisti, le basi aeree e navali in Libia non compenserebbero completamente la perdita che la Russia rischia di subire in Siria. Secondo l’ex ufficiale dell’aeronautica russa Gleb Irisov, che in passato ha prestato servizio nella base russa di Khmeimim, in Siria, avere la Libia come scalo per il rifornimento in Africa limiterebbe notevolmente il peso delle attrezzature che Mosca può trasportare. Per anni Mosca ha gestito importanti basi navali e basi aeree in cambio del supporto che ha fornito per sostenere Assad, fuggito a Mosca dopo la resa dell’esercito di Damasco alle forze ribelli. Le basi siriane sono state la pietra angolare della capacità di Mosca di sviluppare la propria proiezione in Medio Oriente e in Africa, fungendo da “hub” per incanalare truppe, mercenari e armi. La base navale di Tartus è stata l’unico punto di rifornimento e riparazione per la marina russa nel Mediterraneo.

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Giò Barbera Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore del portale areamediapress.com e di Radiocom.tv