Bonus mamme, il ministro Roccella: 'Richiesto da oltre il 74% delle aventi diritto'
Il bonus mamme nei primi 5 mesi è stato richiesto "da oltre il 74% delle aventi diritto, cioè da 3 donne su 4". Lo ha annunciato il ministro per la Famiglia, Eugenia Roccella, sottolineando che "gli ultimi dati Inps segnalano un'incoraggiante e crescente adesione". La decontribuzione, ha ricordato, è prevista per il triennio 2024-2026 per le mamme con almeno 3 figli e per il 2024 in via sperimentale per le mamme con 2 figli e riguarda tutti i rapporti di lavoro dipendente a tempo indeterminato, pubblici e privati, compreso il settore agricolo, eccetto solo il lavoro domestico. "Il fatto che misure così impattanti - ha spiegato Roccella - siano avviate in via sperimentale, per vagliarne nel tempo l'efficacia e indirizzare le scelte successive, dovrebbe essere motivo di plauso, e non di preoccupazione. Se lo stesso metodo fosse stato adottato in passato, ad esempio con i superbonus edilizi, forse ora non ci ritroveremmo nella situazione in cui invece purtroppo ci troviamo". Quello del bonus mamme, secondo Roccella, è "un buon risultato, considerato peraltro che c'è stato bisogno di un tempo congruo per gli adempimenti applicativi da parte sia dello Stato che dei datori di lavoro". Roccella ha poi ricordato: "Basti pensare che una misura ampia e pubblicizzata come l'assegno unico, dopo un anno dall'entrata in vigore non aveva ancora raggiunto la piena adesione. Solo con sforzi ulteriori, anche da parte del nostro governo, si è arrivati a una percentuale soddisfacente". "C'è dunque una fisiologica necessità di tempo, come è stato anche per altre forme di decontribuzione promosse da passati governi. Per le lavoratrici madri aventi diritto alla decontribuzione, che ancora non ne fruiscono, sarà comunque possibile, in qualsiasi momento, avvalersi del beneficio". "Noi crediamo nella sussidiarietà e riteniamo che - ha concluso il ministro per la Famiglia - solo attraverso la libertà, gli incentivi e gli strumenti di sostegno le lavoratrici e i lavoratori possano scegliere quali forme dare alla loro armonizzazione dei tempi di vita e di lavoro. Per questo non reputiamo efficaci e adeguate le proposte incentrate su obblighi e sanzioni".
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