Caro voli, la bolla è esplosa
Prima l’exploit, poi l’inevitabile contrazione dei prezzi. Alla fine sarà un’estate meno calda sul versante delle tariffe aeree: gli analisti son concordi nell’ipotizzare che durante la stagione clou i prezzi di molti biglietti aerei potrebbero subire cali tra il 5 e il 10%. È l’effetto di una guerra tariffaria senza esclusione di colpi iniziata tra le compagnie Usa nell’affannosa ricerca di maggiori margini di redditività. Per conquistarli il management di questi colossi ha ritenuto necessario rendere appetibili gran parte delle tratte aeree servite e partecipare così alla corsa ai ribassi per intercettare clientela. Un fenomeno che riguarda per certi versi anche il tour operating alle prese, ora, con indispensabili offerte last minute. Sono gli analisti di Ubs, tra le maggiori banche d’investimento, ad azzardare questa ipotesi sulla scorta dei primi outlook delle compagnie aeree, a partire da quelli dei colossi Delta e United Airlines, quasi tutti in calo in termini di utili: la rincorsa al ribasso è comunque un boomerang perché proprio nel tentativo di conquistare passeggeri si abbassano le tariffe, ma di conseguenza si viaggia con ridottissimi margini. E ai conti che non tornano si aggiunge il pessimo andamento delle azioni delle compagnie, con le Borse in fibrillazione: da gennaio ad oggi – secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore – Lufthansa ha perso il 26%, e ancora peggio è andata a Air France-Klm che ha subìto un calo del 39%. Unica eccezione, tra i colossi dei cieli, il Gruppo Iag (British e Iberia) che negli ultimi tre mesi ha guadagnato il 12%. Il calo tariffario nella stagione estiva è confermato da Michael O’Leary, ceo di Ryanair, anch’essa con risultati meno brillanti delle attese. Sempre al Corsera, ha parlato di una riduzione di almeno il 10% delle tariffe aeree rispetto alla stagione estiva 2023. E la motivazione di fondo è fin troppo chiara: «Sebbene ci sia una gran voglia di viaggiare – sostiene O’Leary – la gente non può più spendere troppo per un biglietto aereo, anche perché ci sono altre priorità di spesa». E per la prima volta il vulcanico patron del vettore low cost deve ammettere controvoglia: «È probabile che siamo stati vittime del nostro stesso successo». E non a caso è stata proprio Ubs, nei giorni scorsi, ad aver rivisto l’outlook di Ryanair – che nel periodo tra aprile e giugno ha dimezzato il suo utile – e lo ha fatto nella convinzione che la politica del calo dei prezzi, adottata dal vettore nel periodo estivo inciderà inevitabilmente sui risultati finali dell’anno.
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