Ciad, chiesto un approfondimento di indagine sulla morte di Yaya Dillo
L’Unione europea e l’ong Human Rights Watch (Hrw) hanno chiesto alla giunta militare al potere in Ciad di aprire un’indagine indipendente sulla morte del leader del Partito socialista senza frontiere (Psf) Yaya Dillo, denunciando circostanze non chiare nell’accaduto ed esprimendo preoccupazione per le condizioni dei dissidenti nel Paese. In due comunicati distinti, le parti hanno auspicato un processo di verifica dell’accaduto. Da Bruxelles, il Servizio dell’azione esterna dell’Ue (Seae) ha espresso “profonda preoccupazione” per le violenze verificatesi a N’Djamena negli ultimi giorni e chiesto “che i fatti siano chiariti e le responsabilità stabilite in modo indipendente e credibile”. Questi eventi, sottolinea il comunicato, “minano gli sforzi necessari per garantire una transizione trasparente, pluralistica, inclusiva e pacifica che l’Ue continua a sostenere”. Da parte sua, Hrw ha esaminato diverse foto che mostrano l’impatto di un singolo proiettile alla testa di Dillo – una di queste vista anche dalla redazione di “Agenzia Nova” – e sottolineato le minacce precedentemente subite dall’oppositore, un cugino del leader di transizione Mahamat Deby Itno che si è allontanato dal partito di governo dopo che, il 28 febbraio del 2021, sua madre fu uccisa durante un intervento effettuato dalle forze di sicurezza in casa sua per sospetti di complottismo contro il governo. Altri cinque membri della sua famiglia furono feriti in quest’occasione. Come fatto da diverse fonti di opposizione, anche Hrw osserva che la morte di Dillo è avvenuta tre anni dopo quei fatti, nello stesso giorno. Viene inoltre sottolineato che dopo l’attacco la copertura internet a N’Djamena è stata interrotta per tutta la giornata del 29 febbraio, rendendo molto difficili le comunicazioni con la capitale. “Dalla morte del presidente Idriss Déby nell’aprile 2021, il governo di transizione guidato da suo figlio, il generale Mahamat Idriss Déby Itno, ha represso violentemente in diverse occasioni le manifestazioni organizzate dall’opposizione per chiedere un governo democratico civile e media indipendenti”, sottolinea il comunicato di Hrw. La giunta ha risposto alla richiesta di Hrw con una nota nella quale esprime la sua disponibilità a collaborare per la ricerca della verità. Nel Paese si è intanto tornato a sparare, con scontri a fuoco segnalati la scorsa notte nel villaggio di Zaraf, situato circa 80 chilometri a nord-est della capitale N’Djamena. Lo riferiscono fonti locali di “Agenzia Nova”, precisando che i residenti non hanno saputo giustificare il motivo degli spari. Nel Paese la situazione rimane di forte tensione dopo le violenze scoppiate nei giorni scorsi nella capitale, che hanno portato all’uccisione di decine di persone, incluso il leader del Partito socialista senza frontiere (Psf) Yaya Dillo, e all’arresto di Saleh Deby Itno, zio del leader della giunta al potere Mahamat Deby Itno e passato di recente all’opposizione. La presenza di militari nelle strade di N’Djamena non è diminuita e la copertura della rete internet rimane difficoltosa. La giunta ha risposto promettendo la sua collaborazione.
Qual è la tua reazione a questa notizia?