Ciad, l’esercito francese restituisce l’ultima base nel Sahel
La Francia non ha più una presenza militare nel Sahel, dopo aver consegnato giovedì la sua ultima base nella regione all’esercito ciadiano. Lo hanno annunciato gli stati maggiori dei due Paesi. “Il ritorno della base del sergente Adji Kosseï a N’Djamena completa definitivamente la presenza francese in Ciad, conformemente alla volontà delle alte autorità ciadiane”, ha indicato lo stato maggiore dell’esercito del Ciad in un comunicato stampa pubblicato alla vigilia della cerimonia ufficiale prevista venerdì per celebrare questa partenza. “Il campo di Kosseï è stato consegnato oggi (giovedì) all’esercito ciadiano”, gli ha fatto eco da Parigi il portavoce dello stato maggiore dell’esercito francese, il colonnello Guillaume Vernet. Secondo la stessa fonte, gli ultimi 180 soldati hanno lasciato il suolo ciadiano nel corso della giornata e sono stati trasferiti insieme all’equipaggiamento da combattimento in Francia; sul posto restano solo i container che saranno riportati via terra e via mare da fornitori di servizi privati. Il Ciad è stato l’ultima nazione del Sahel in cui era presente la Francia. Qui Parigi ha schierato fino a 5.000 soldati nell’ambito dell’operazione anti-jihadista Barkhane, conclusasi alla fine di novembre 2022. Da allora, altre quattro ex colonie francesi – Niger, Mali, Repubblica Centrafricana e Burkina Faso – hanno ordinato a Parigi di ritirare il suo esercito dai loro territori, dove storicamente aveva sede. Il Ciad, dove erano rimasti di stanza mille uomini, annunciò a fine novembre la sua sorprendente decisione di rompere gli accordi militari con la Francia. La partenza dei caccia francesi il 10 dicembre fu seguita dalla restituzione delle basi di Faya, nel deserto nord-orientale, il 26 dicembre, poi di quella di Abéché, l’11 gennaio. Il campo di Kosseï costituiva il più grande delle tre basi militari francesi in Ciad. Al momento della restituzione di Abéché, le autorità ciadiane annunciarono che il 31 gennaio, data “imperativa”, “irreversibile” e “non negoziabile”, avrebbe segnato “la partenza definitiva delle forze francesi”. “Le tre basi degli elementi francesi in Ciad vengono tutte consegnate all’esercito nazionale ciadiano, l’ultima oggi, 30 gennaio 2025”, si legge nel comunicato stampa ciadiano. Secondo il presidente ciadiano Mahamat Idriss Déby Itno, al potere dal 2021, gli accordi di cooperazione con la Francia sono diventati “completamente obsoleti” di fronte “alle realtà politiche e geostrategiche del nostro tempo”. Secondo fonti militari francesi, i due eserciti si stanno separando in buoni rapporti. Sempre da parte francese, si afferma tuttavia che questa partenza dal Ciad segna la fine di un “vecchio” modello, quello di una presenza militare permanente nel continente. La partenza degli ultimi soldati francesi dal Ciad con il ritorno della base di Adji Kosseï segna la fine di 125 anni di presenza militare francese in una città la cui storia è strettamente legata a quella dell’esercito francese, dal sostegno alla Seconda guerra mondiale al regime di Idriss Déby Itno durante le guerre contro la Libia. Campo militare fondato nel 1900, Fort-Lamy fu sotto l’amministrazione diretta delle truppe francesi fino al 1938. L’anno seguente vi fu ufficialmente creata la base aerea. Il governatore Félix Éboué fece poi del Ciad il primo territorio a schierarsi con il generale De Gaulle nel 1940, prima che, nel 1941, il generale Leclerc e le truppe coloniali partissero per conquistare Kouffra, in Libia, e riportare così la prima vittoria della Francia libera. Dopo l’indipendenza, l’esercito francese rimase molto presente in questo sito strategico. Limousin, Bison, Tacaud, Manta, Épervier: le operazioni proseguirono lì per mezzo secolo, inizialmente a sostegno del presidente Tombalbaye contro le ribellioni del nord. Dopo averlo rovesciato, nel 1975 Félix Malloum chiese la partenza dei soldati francesi dal Paese, ma li richiamò l’anno successivo per contrastare i ribelli e le rivendicazioni territoriali libiche. Nel 1983, al culmine della guerra contro le truppe di Muammar Gheddafi, Parigi schierò fino a 3.500 uomini al fianco di Hissène Habré. Fu poi Idriss Déby Itno a chiedere il sostegno della Francia a più riprese, in particolare nel 2008, quando una rivolta raggiunse N’Djamena. Inoltre N’Djamena diventò il quartier generale dell’operazione antiterrorismo Barkhane, mentre la Francia mantenne altri due aeroporti nel Paese, a Faya-Largeau e ad Abéché. Alla fine di novembre, quando il presidente Mahamat Idriss Déby annunciò la fine dell’accordo di difesa con Parigi, nel Paese erano ancora presenti un migliaio di soldati francesi. In totale, tra il 1968 e il 2011, morirono in Ciad 158 soldati francesi, di cui 93 in combattimento. Anche il Senegal sta negoziando la partenza delle truppe francesi entro la fine del 2025, mentre il personale militare francese sta subendo una riduzione in Costa d’Avorio e Gabon, in conformità con un piano di ristrutturazione della presenza francese in Africa occidentale e centrale. La base francese di Gibuti, che ospita 1.500 soldati francesi, non è toccata da questa riduzione storica delle sue dimensioni, con Parigi che vuole farne un “punto di proiezione” per le “missioni” in Africa.
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