Digital Networks Act, tre fronti di scontro per la riforma delle telecomunicazioni europee
Se la Commissione europea punta a rivoluzionare il settore delle telecomunicazioni con il Digital Networks Act, che entrerà in vigore a dicembre per favorire lo sviluppo di 5G e fibra e stimolare gli investimenti, la riforma sta suscitando forti resistenze da parte di governi, operatori e big tech. Il primo terreno di scontro riguarda il rapporto tra compagnie telefoniche e piattaforme digitali: le telco chiedono che i colossi del web contribuiscano ai costi di rete, mentre i critici temono conseguenze sulla neutralità della rete e sulla libertà online. Un secondo fronte oppone gli ex monopolisti ai nuovi operatori, che denunciano il rischio di “rimonopolizzazione” e di aumento dei costi per i consumatori a causa dell’allentamento della regolazione sui grandi gruppi storici. Infine, i governi nazionali difendono con forza il loro controllo sull’assegnazione delle frequenze, considerata una risorsa strategica e una leva fiscale, e guardano con sospetto a un maggiore intervento di Bruxelles. Nonostante le resistenze, la Commissione ribadisce oggi che senza una riforma l’Europa rischia di restare indietro nello sviluppo delle infrastrutture digitali rispetto ai concorrenti globali.
Qual è la tua reazione a questa notizia?