Guinea-Conakry: da leader militare a presidente, Doumbouya verso la riconferma alle elezioni

Dic 31, 2025 - 00:48
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Guinea-Conakry: da leader militare a presidente, Doumbouya verso la riconferma alle elezioni

La Guinea è chiamata alle urne domenica, 28 dicembre, per tenere le elezioni presidenziali. L’appuntamento è per il Paese dell’Africa occidentale la prima sfida politica di peso dalla deposizione del presidente di lunga data Alpha Condé, a settembre 2021. Dopo quattro anni di transizione retti da una giunta militare salita al potere con il colpo di Stato, però, la prospettiva di un reale esercizio democratico del voto sembra ancora lontana. La parabola è sempre la stessa. Sulla falsariga di quanto accaduto in altri Paesi del Sahel – pensiamo a\ Mali, Ciad o Gabon – anche in Guinea il leader militare della transizione Mamadi Doumbouya ha finito per abdicare alla promessa di non candidarsi alla guida del Paese e di cedere il potere ai civili. Domenica sarà al contrario il candidato favorito a riportare le elezioni, forte dell’esclusione dei principali partiti di opposizione dal voto e dell’immagine di leader capace costruita negli ultimi quattro anni. Oltre a quella del leader “de facto”, la Corte suprema guineana ha convalidato nove candidature: fra gli aspiranti presidenti ci sono l’ex ministra degli Esteri Makalé Camara – unica donna in corsa -, l’ex ministro Abdoulaye Yéro Baldé, o ancora il presidente del Blocco liberale Faya Lansana Millimono, fra le voci più critiche della giunta al potere.

L’eliminazione di qualsiasi nostalgia politica o contestazione interna è stata la prima strategia messa in campo dall’ex capo delle Forze speciali Doumbouya: è stato così per il partito dell’ex presidente Condé – il Raggruppamento del Popolo guineano (Rpg) – e per l’Unione delle Forze democratiche di Guinea (Ufdg) dell’ex premier Cellou Dalein Diallo -, formazioni sulle quali aleggia l’ombra della dissoluzione ed i cui leader sono stati esclusi dalla competizione, ma anche per i media non allineati con il pensiero della giunta al potere che hanno visto sospese le loro trasmissioni. Domenica 21 dicembre 2025, l’Autorità di regolamentazione dei media ha annunciato la sospensione del canale di informazione Africa 24 per “esercizio illegale della professione”. Si tratta della prima sospensione di un canale internazionale annunciata dall’authority, che negli ultimi anni ha già sospeso, temporaneamente o definitivamente, diverse testate giornalistiche.

A consentire a Doumbouya di presentarsi alle elezioni di domenica è stata l’adozione, a settembre, della nuova Costituzione. Il nuovo testo estende il mandato presidenziale a sette anni, mantenendolo rinnovabile una sola volta e consentendo al contempo candidature indipendenti, come quella che lo stesso Doumbouya ha presentato per il 28 dicembre. L’opposizione ha ampiamente boicottato il testo, denunciando un processo poco trasparente e il crescente controllo dei militari nella gestione del Paese. Ad ogni modo, per Mamadi Doumbouya la posta in gioco domenica è chiara: trasformare la legittimità di fatto in legittimità di diritto. Gli analisti prevedono che circa 6,7 ​​milioni di elettori andranno alle urne, su una popolazione di circa 14,4 milioni. L’affluenza dipenderà, probabilmente, dalla percezione che l’opinione pubblica avrà della legittimità del processo elettorale, ma il risultato si preannuncia scontato. A dare una parvenza di “normalità”, la presenza di alcune missioni di osservazione elettorale, inclusa quella della Comunità economica dei Paesi dell’Africa occidentale (Cedeao), nonostante il Paese sia stato formalmente sospeso dall’organismo nel 2021, al seguito del colpo di Stato. Le disposizioni di legge stabiliscono che, in caso di dubbio sulla regolarità del voto, la Corte costituzionale si pronunci entro otto giorni dal voto.

Dal suo insediamento, Doumbouya ha improntato il suo programma all’austerità, insistendo sulla lotta alla corruzione e una certa disciplina come strumenti chiave per rilanciare il Paese. La riconciliazione nazionale ed il ripristino della fiducia nelle istituzioni sono stati temi martellanti della sua campagna elettorale, tutti elementi che Doumbouya – ex ufficiale della Legione straniera francese – ha orientato ad un nazionalismo delle risorse nazionali, a partire dal progetto minerario di Simandou, nel sud-ovest del Paese. Il sito è il più ricco giacimento di minerale di ferro non ancora sfruttato, per Conakry centrale al punto da dare il nome alla strategia di sviluppo nazionale, la “Simandou 2040”. I lavori, il cui inizio è ritardato dal 1997, sono stati ufficialmente avviati il mese scorso sotto la guida dell’anglo-australiano Rio Tinto e di partner cinesi che ne detengono il 75 per cento. “La Guinea non è più in vendita, non è più in balia di nessuno, si erge fiera!”, ha dichiarato di recente il portavoce del governo durante un comizio elettorale.

Negli ultimi quattro anni la giunta Doumbouya si è impegnata a costruire infrastrutture nel Paese, aumentando da cinque a nove porti le capacità di esportazione nazionali: sull’onda dell’aumento dei prezzi internazionali di bauxite e della crescente produzione di alluminio cinese, la Guinea ha esportato nel primo trimestre dell’anno circa 48,6 milioni di tonnellate del minerale, confermandosi come primo Paese esportatore del minerale al mondo. Un risultato che ha permesso alla giunta di vantare un Pil “raddoppiato” e di prospettare un 2026 di slancio e ripresa, consolidando l’orgoglio dei militari di poter guidare il Paese nonostante l’affermazione di forza avvenuta con il golpe. Promesse che basteranno con ottime probabilità a riconfermare Doumbouya in occasione del voto di domenica, ma sulle quali la leadership del Paese dovrà confrontarsi nei mesi a venire con più ampi sviluppi economici e politici regionali.

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Redazione Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore di Radiocom.tv