Habemus Papam, eletto Robert Francis Prevost col nome di Leone XIV

Mag 8, 2025 - 19:17
Mag 8, 2025 - 19:46
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Habemus Papam, eletto Robert Francis Prevost col nome di Leone XIV

 Eletto Robert Francis Prevost e si chiamerà Leone XVI

Il nuovo Papa è Robert Francis Prevost e si chiamerà Leone XIV

Nato il 14 settembre 1955 a Chicago, Prevost è considerato come un papabile “di compromesso”, tra quelli che potrebbero riuscire nel difficile compito di unire le diverse e spesso contrastanti anime di una Chiesa cattolica che sta attraversando grandi cambiamenti.

La sua carriera inizia ufficialmente nel 1977, quando è entrato nel noviziato dell'Ordine di Sant'Agostino, nella provincia di Nostra Signora del Buon Consiglio, nella città di Saint Louis (Missouri). I voti solenni arrivano il 29 agosto 1981. Studente presso la Catholic Theological Union di Chicago, si è diplomato in Teologia.

All’età di 27 anni, Prevost approda a Roma, inviato dall'Ordine per studiare Diritto Canonico presso la Pontificia Università San Tommaso d'Aquino. Il 19 giugno 1982 ricevere l'ordinazione sacerdotale, due anni dopo consegue la Licenza. 

Subito viene inviato a lavorare nella missione di Chulucanas, a Piura, in Perù (1985-1986). Mentre perfeziona gli studi solidifica la sua presenza nello Stato del Sudamerica: nel 1988 approda alla missione di Trujillo come direttore del progetto di formazione comune degli aspiranti agostiniani dei Vicariati di Chulucanas, Iquitos e Apurímac. Lì è stato priore di comunità (1988-1992), direttore della formazione (1988-1998) e insegnante dei professi (1992-1998). Nell'Arcidiocesi di Trujillo è stato vicario giudiziario (1989-1998), professore di Diritto Canonico, Patristica e Morale nel Seminario Maggiore "San Carlos e San Marcelo".

Buona parte del suo cursus honorum è però legato anche al suo Paese, gli Stati Uniti. Nel 1987 viene eletto direttore delle vocazioni e direttore delle missioni della Provincia Agostiniana “Madre del Buon Consiglio” di Olympia Fields, Illinois. 

Facendo un salto in avanti negli anni, tornato dal Perù, nel 1999 è eletto priore provinciale della Provincia “Madre del Buon Consiglio” (Chicago). Dopo due anni e mezzo, il Capitolo generale ordinario lo ha eletto priore generale, ministero che l'Ordine gli ha nuovamente affidato nel Capitolo generale ordinario del 2007.

Dal marzo del 2018 al 2023 è stato secondo vicepresidente del Conferenza episcopale peruviana. Papa Francesco lo aveva nominato membro della Congregazione per il Clero nel 2019 e membro della Congregazione per i Vescovi nel 2020. Nel 2023 arriva una nuova chiamata a Roma, da parte di Papa Francesco: Prevost è presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina e prefetto del Dicastero per i Vescovi. L’incarico è molto importante, perché prevede la nomina dei vescovi in tutto il mondo. Il 30 settembre 2023 Francesco lo ha creato cardinale. 

Guardando ai punti cardine del pontificato di Papa Francesco, Robert Prevost ne ha sempre condiviso l’approccio a temi come la lotta al cambiamento climatico e all’attenzione verso i migranti. Simile anche l’atteggiamento in generale di vicinanza ai fedeli, senza quindi elevarsi al di sopra di loro, specie con riguardo ai più sfortunati, e un carattere discreto e riservato. Prevost è invece più cauto per quanto riguarda le leggere aperture di Bergoglio verso la comunità Lgbtqia+.

La giornata

La tanto sospirata fumata bianca è arrivata nel pomeriggio, dopo la delusione delle votazioni precedenti e l'attesa in piazza San Pietro di decine di migliaia di persone. I 133 porporati, riuniti da mercoledì pomeriggio nella Cappella Sistina, sono riusciti a a trovare la necessaria maggioranza dei due terzi, dunque il sostegno a uno di loro da parte di almeno 89 cardinali. . “Viva il Papa”, è uno dei tanti cartelli che campeggiano tra la folla. In piazza sventolano molte bandiere di diversi Paesi, i fedeli si abbracciano, qualcuno piange dalla commozione. Molti pregano e guardano con speranza il balcone da dove sarà annunciato il nome del Santo Padre. Sono tantissimi i giovani presenti.

Il nome papale

Il nome papale rappresenta l'identità che un Papa assume dopo la sua elezione e sotto la quale eserciterà il suo pontificato. La tradizione di cambiare nome una volta eletti al soglio pontificio risale al VI secolo e si è consolidata come prassi nel X secolo. A partire dal 1555 è diventata una regola costante, segno di una vera e propria trasformazione spirituale e istituzionale. Il nome scelto rappresenta l’identità del pontificato e spesso omaggia predecessori, santi o ideali religiosi. Non è una pratica esclusiva della Chiesa cattolica. Anche nella Chiesa copto-ortodossa, il nuovo patriarca assume un nome pontificale. Attualmente, mentre la Chiesa cattolica resta in attesa del nuovo pontefice, Papa Teodoro II guida la Chiesa copta. Il nome del Papa cambia a seconda della lingua Il nome papale è anche un simbolo di universalità. Prendiamo ad esempio Papa Francesco, che nel latino ufficiale della Santa Sede è “Franciscus”, in italiano “Francesco”, nel suo spagnolo nativo “Francisco”, in inglese “Francis”, in francese “François” e in tedesco “Franziskus”. Ogni lingua riflette l’impatto globale del pontificato e l’adattabilità della figura del Papa ai diversi contesti culturali.L'Osservatore Romano - quotidiano in lingua italiana edito nella Città del Vaticano - uscirà immediatamente con una edizione straordinaria e immediata del giornale in forma cartacea. Un'edizione a tiratura limitata e gratuita, che verrà di distribuita in Piazza San Pietro immediatamente dopo la presentazione del nuovo Pontefice, possibilmente anche con la sua prima foto in bianco e dichiarazione.

La prima cerimonia, l’ossequio e il “Te Deum”

Al suo ritorno in Sistina, il Pontefice appena eletto si è seduto alla cattedra ed ha avuto luogo una breve cerimonia, introdotta con un saluto dal cardinale primo dell’Ordine dei Vescovi. Ill primo tra i cardinali presbiteri ha recitato una preghiera per il Successore di Pietro appena eletto. Di seguito tutti i cardinali elettori presenti, secondo l’ordine di precedenza, sono sfilati davanti al nuovo Pontefice per manifestare il loro ossequio e la loro obbedienza. Quindi tutti insieme hanno cantato l’inno del “Te Deum”, intonato dal Papa eletto.

L'8 MAGGIO 

E' una data importante perchè si celebra la Festa della Mamma, Maria la madre di Gesù Cristo. Forse i cardinali riuniti in conclave lo hanno ricordato prima della fumata bianca odierna.

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Giò Barbera Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore del portale areamediapress.com e di Radiocom.tv