I San Bernardo non vengono più utilizzati nel soccorso alpino
I cani San Bernardo, uno dei simboli nazionali della Svizzera, non vengono più utilizzati nel soccorso alpino, il “mestiere” che li ha resi famosi in tutto il mondo. Ora salvano le persone in altri modi.
La Fondazione Barry, che ha rilevato il loro allevamento dai canonici del Passo del Gran San Bernardo nel 2005, ha aiutato i San Bernardo a passare al loro nuovo ruolo di cani da supporto terapeutico ed educativo per persone vulnerabili.
I cani partecipano ogni anno a circa 600 incontri in tutta la Svizzera, un servizio che la fondazione fornisce gratuitamente. I cani migliorano il benessere delle persone con disturbi dello spettro autistico e altri bisogni speciali e assistono il personale medico nella riabilitazione psicosomatica e psicosociale.
Il 28 agosto sono nati sette cuccioli, cinque femmine e due maschi, da uno dei cani della fondazione, Roxy. Sono i discendenti di Barry I, un San Bernardo a cui si deve il merito di aver salvato più di 40 persone sul Passo del Gran San Bernardo, uno dei più antichi delle Alpi occidentali, all'inizio del XIX secolo.
Anne Holzer, responsabile dell'addestramento presso la Fondazione Barry, ha raccontato che un tempo i cani San Bernardo venivano utilizzati per liberare i sentieri innevati per aiutare i soccorritori. Oggi, per il soccorso alpino, ai San Bernardo si preferiscono cani più piccoli che possono essere facilmente trasportati in elicottero sul luogo della valanga.
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