Il ciclone a Mayotte potrebbe aver causato centinaia di morti

Dic 17, 2024 - 03:58
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Il ciclone a Mayotte potrebbe aver causato centinaia di morti

Non c’è ancora un bilancio definitivo sul numero di persone morte a causa del violento ciclone tropicale che sabato ha colpito l’arcipelago di Mayotte, territorio d’oltremare francese che si trova nell’oceano Indiano, fra il Madagascar e il Mozambico: al momento i morti accertati sono 11, ma secondo le autorità locali potrebbero essere diverse centinaia, se non addirittura migliaia. Il conteggio dei morti è complicato anche dalle difficoltà dei servizi di emergenza a effettuare i soccorsi e in generale a lavorare: a Mayotte mancavano regolarmente elettricità e acqua corrente anche prima del ciclone, che ora ha danneggiato varie infrastrutture tra cui l’aeroporto. Francois-Xavier Bieuville, prefetto locale, ha detto di ritenere che i morti nell’arcipelago a causa del ciclone siano «certamente diverse centinaia» e ha aggiunto che «probabilmente arriveremo a migliaia o anche diverse migliaia». I feriti al momento sono quasi 250, alcuni dei quali in condizioni critiche: il ciclone ha danneggiato anche l’ospedale, in parte allagato, oltre ad aver «totalmente distrutto» molte abitazioni, ha detto Bieuville. Sapere esattamente il numero di morti è complicato anche dal fatto che decine di migliaia di persone vivono irregolarmente nell’arcipelago di Mayotte. Sono soprattutto migranti: non essendo registrati come cittadini o residenti in quel luogo è come se formalmente non esistessero, e quindi solo in caso di ritrovamento dei corpi la loro morte verrebbe inserita nei conteggi ufficiali. Secondo le stime del ministero dell’Interno francese i migranti irregolari sono circa 100mila. A Mayotte vivono inoltre soprattutto persone di religione musulmana, il cui rito prevede la sepoltura a 24 ore dalla morte: è quindi probabile che molti corpi non vengano trovati dai soccorsi. Il ciclone tropicale che ha colpito l’arcipelago di Mayotte sabato ha causato piogge molto intense e raffiche di vento molto forti: secondo il servizio meteorologico francese è la tempesta più forte ad aver colpito l’area negli ultimi 90 anni. L’arcipelago occupa una superficie di 374 chilometri quadrati, più o meno una volta e mezza l’isola d’Elba: con oltre il 77 per cento di abitanti sotto la soglia di povertà, è la regione più povera tra i dipartimenti e i territori della Francia, che lo colonizzò nel 1843 e oggi continua ad amministrarlo. Proprio per via della sua povertà, l’arcipelago è particolarmente esposto alle conseguenze di eventi meteorologici di questo tipo: gran parte delle abitazioni sono baracche e molte infrastrutture sono fragili e precarie. Il ministro dell’Interno francese Bruno Retailleau ha detto che i venti dei ciclone, che hanno raggiunto i 226 chilometri orari, hanno «completamente distrutto» le molte baraccopoli dell’arcipelago, hanno fatto crollare pali della luce, sradicato alberi e divelto pareti di diverse abitazioni. Case, scuole, moschee e ospedali sono stati allagati, e al momento circa 15mila abitazioni sono senza corrente e con limitato accesso alle linee telefoniche, anche per fare chiamate di emergenza.

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Giò Barbera Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore del portale areamediapress.com e di Radiocom.tv