In Sudan si combatte ancora, la pace è lontana
Non ha sortito gli effetti sperati il secondo round di colloqui per il cessate il fuoco in Sudan, concluso martedì scorso a Gedda sotto la mediazione di Arabia Saudita, Stati Uniti e Autorità intergovernativa per lo sviluppo (Igad). Violenti combattimenti sono infatti scoppiati ieri tra l’esercito sudanese e le Forze di supporto rapido (Rsf) nella città gemella di Khartum, Omdurman, segnando una drammatica escalation nel conflitto in corso tra le due parti dallo scorso 15 aprile. Secondo quanto riferiscono fonti citate dal “Sudan Tribune”, i combattimenti hanno coinvolto l’aviazione militare e le forze terrestri, colpendo diversi quartieri della città densamente popolata. Secondo fonti locali, l’esercito sudanese ha schierato consistenti unità militari nei quartieri di Omdurman, prendendo di mira le aree controllate dalle Rsf, tra cui il mercato popolare e il sobborgo di Um Badda, nella parte occidentale della città. Nel frattempo l’artiglieria delle Rsf ha reagito bombardando la zona militare dell’esercito sudanese nel nord di Omdurman. Numerosi proiettili sono caduti anche nei quartieri di Al Waha e Al Thawra, provocando ulteriori danni e vittime. Fonti mediche dell’ospedale Al Nao di Omdurman hanno confermato di aver ricevuto numerose vittime nel mezzo delle richieste urgenti di donazioni di sangue. In un comunicato di questa mattina, le Rsf hanno inoltre affermato di aver inflitto “perdite sostanziali” alle Forze armate sudanesi (Saf) e ai suoi alleati, catturando un notevole quantitativo di armi e munizioni, quattro veicoli corazzati e 11 veicoli da combattimento completamente equipaggiati, oltre a “centinaia” di soldati e affiliati delle Saf.
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