Israele-Russia: colloqui diplomatici riservati sulla Siria e sul nucleare iraniano
Israele ha avviato colloqui diplomatici riservati con la Russia, nel tentativo di favorire una de-escalation sia in Siria che sul dossier nucleare iraniano. Lo riferisce il “Times of Israel”, citando un rapporto dell’emittente pubblica israeliana “Kan”, secondo cui i contatti sarebbero iniziati circa una settimana dopo il cessate il fuoco tra Israele e l’Iran, proclamato martedì scorso. Secondo la ricostruzione, Tel Aviv guarda a Mosca come a un potenziale intermediario nei negoziati di pace in Siria e come a un possibile interlocutore per contenere l’espansione nucleare iraniana. A tale proposito, “Kan” riferisce che Israele sta lavorando in parallelo con gli Stati Uniti per definire un meccanismo condiviso di monitoraggio e intervento sul programma atomico di Teheran, ispirato agli accordi già in vigore tra Washington e Tel Aviv per la tregua con il Libano firmata nel novembre scorso.
L’obiettivo israeliano – spiega l’emittente – è quello di stabilire delle “linee rosse” condivise con gli Stati Uniti e un sistema di coordinamento reattivo nel caso in cui l’Iran decida di incrementare l’arricchimento dell’uranio. Secondo il “Times of Israel”, questa cornice di cooperazione sarà uno dei punti principali nell’agenda del primo ministro Benjamin Netanyahu durante il previsto incontro con il presidente Donald Trump a Washington la prossima settimana. Nel quadro di questi sviluppi, la Russia viene ricordata come attore chiave nell’attuazione dell’accordo sul nucleare del 2015, siglato durante l’amministrazione Obama, in cui fu incaricata di esportare parte delle scorte iraniane di uranio arricchito. Sebbene non sia ancora chiaro se Mosca assumerà un ruolo analogo nell’attuale contesto, “Kan” sottolinea come durante la recente campagna militare tra Iran e Israele, il Cremlino abbia offerto la propria disponibilità a mediare tra le parti. Inoltre, pur ricevendo sostegno militare dall’Iran nel conflitto in Ucraina, la Russia non ha fornito alcuna assistenza militare a Teheran durante gli scontri con Israele, un elemento considerato significativo da Tel Aviv.
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