Serbia: continuano le proteste a Belgrado, bloccati ponti e strade nel cuore della capitale
Quarta giornata consecutiva di proteste a Belgrado, capitale della Serbia, dove in serata i manifestanti hanno bloccato il traffico sul ponte di Branko e nelle strade adiacenti del centro città. I dimostranti – in gran parte studenti e sostenitori dell’opposizione – si sono riuniti davanti alla sede dell’Università di Belgrado intorno alle ore 18:00 per poi sfilare nel centro cittadino al grido di “Tutti in strada!”. Giunti al ponte di Branko, che collega le due sponde del fiume Sava nel cuore di Belgrado, i manifestanti hanno bloccato il traffico utilizzando un cassonetto, successivamente rimosso dalla polizia mentre il corteo proseguiva. Le forze dell’ordine sono rimaste dispiegate in modo massiccio lungo le arterie principali, dopo che l’Alta Procura di Belgrado ha ricordato che il blocco del traffico pubblico è considerato illegale e ha autorizzato l’uso delle misure ritenute necessarie, compresi fermi di polizia.
Nel frattempo, il presidente serbo Aleksandar Vucic ha ribadito che chi tenterà di bloccare infrastrutture critiche, incluso l’aeroporto internazionale, sarà arrestato. Domenica notte, il ministro dell’Interno Ivica Dacic ha riferito che 48 agenti di polizia sono rimasti feriti durante gli scontri avvenuti nel fine settimana nella capitale, e che 77 persone sono state arrestate. Tra sabato e domenica, le forze dell’ordine hanno fatto uso di gas lacrimogeni e manganelli dopo che alcuni manifestanti hanno cercato di forzare un cordone nei pressi del parco antistante il palazzo presidenziale. Otto persone sono inoltre state accusate di crimini contro l’ordine costituzionale.
Secondo i dati diffusi dal ministero dell’Interno, la manifestazione principale tenutasi sabato sera a Belgrado ha visto la partecipazione di circa 36 mila persone. Nella stessa serata è scaduto l’ultimatum lanciato dagli studenti e dai movimenti di opposizione, che chiedono l’indizione di elezioni parlamentari anticipate, lo smantellamento del campo allestito dai sostenitori del presidente davanti al Parlamento e il rilascio di tutti i manifestanti arrestati tra il 28 e il 29 giugno. Le proteste si sono diffuse anche in altre città del Paese: a Novi Sad due manifestanti sono rimasti feriti durante i disordini, mentre a Nis alcune persone sono state multate per aver partecipato ai blocchi stradali. Secondo l’emittente pubblica serba “Rts”, oltre 30 linee del trasporto pubblico risultano interrotte nella capitale a causa delle barricate improvvisate con cassonetti e cancelli mobili.
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