Mattarella difende Ue da critici. E sul debito: Da abbattere, ma Italia ha sempre onorato

Sep 7, 2024 - 06:47
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Mattarella difende Ue da critici. E sul debito: Da abbattere, ma Italia ha sempre onorato

Guardare oltre i recinti per capire che non bisogna “pretendere di guardare agli accadimenti contemporanei come se potessero meccanicamente essere collocati dentro stampi conosciuti“. Sergio Mattarella rende merito all’opera svolta negli ultimi 50 anni dal Forum Ambrosetti. Collegato dal Quirinale, il capo dello Stato tocca diversi temi, tutti di strettissima attualità, sui quali è necessario “assumere la responsabilità della ricerca di soluzioni per le sfide epocali che il mondo si trova di fronte, a partire da quella della sostenibilità dei modelli di sviluppo”, perseguendo obiettivi “che affermino la dignità delle persone e dei popoli, non più strumenti di ambizioni di potenza di singoli governi e gruppi dirigenti” ma “impegnati a combattere le disuguaglianze e a promuovere la pace“. Un ruolo che negli ultimi 70 anni circa, dai Trattati di Roma in poi, ha animato il progetto perseguito dall’Europa. Eppure le critiche “lo vogliono, di volta in volta, come una mera ‘utopia consolatoria’, frutto delle sofferenze della Seconda guerra mondiale, oppure lo definiscono talvolta come espressione funzionale di un passo ulteriore del modello di sviluppo proprio alla globalizzazione capitalistica internazionale“, sottolinea Mattarella. La riflessione è ampia, il presidente della Repubblica posa sul piatto della bilancia due visioni, quella di chi considera l’appartenenza all’Unione “un vincolo, talora soffocante” e chi, invece, la vede “come un’opportunità, forse l’unica per il nostro continente, collocato in un mondo (i Brics insegnano) fatto sempre più di giganti“. Mattarella mette in luce come “sovente i critici omettono due aspetti: anzitutto l’Ue è il primo esercizio di questa natura caratterizzato dalla partecipazione diretta dei popoli alle decisioni“. Inoltre, “le scelte che, talvolta, sono oggetto di polemiche a livello locale (sconcertanti quando derivano da protagonisti che han preso parte a questi passaggi) sono il frutto non di normative imposte da oscuri poteri, bensì sono concordate in sede comunitaria tra i governi nazionali, la Commissione, il Parlamento europeo, con procedimenti partecipati e trasparenti“. Semmai, sottolinea, l’Europa “è incompiuta, un progetto a divenire“, ma con una fondamentale utilità. Infatti, il capo dello Stato cita “le recenti lucide scelte operate dalla Commissione von der Leyen a seguito della pandemia” con le “politiche coraggiose come quelle assunte in materia di mutualità del debito, di Next Generation Eu“. Mattarella non usa giri di parole, rievoca la Brexit come esempio che “è sempre possibile tornare sui propri passi”, ma allo stesso tempo chiede: “Quale giustificazione potrebbero trovare i decisori a sostegno della diserzione da un ruolo incisivo dei Paesi europei, nel loro insieme, nel contesto internazionale?“. C’è molta economia, nelle parole del presidente della Repubblica, che riflette sulla discussione rispetto al ‘vincolo esterno’ nei confronti dei comportamenti delle economie dei Paesi membri. Un ragionamento “non banale”, perché “taluno ritiene di poter invocare il rischio di subire scelte che sarebbero rivolte contro l’interesse nazionale. Anche se è singolare pensare a governi che, scientemente, approvino regole le cui conseguenze tradirebbero l’interesse della popolazione che ha affidato loro il mandato di governare“, spiega Mattarella. Molto dettagliato anche il passaggio sul debito, tema che riguarda l’Italia molto da vicino. Ricorda che “nel 2023, a fronte di un debito accumulato dall’Italia per circa 2.863 miliardi di euro, e a un ammontare dei debiti di Francia e Germania che, sommati, valgono quasi il doppio, il nostro Paese ha pagato in interessi poco meno di quanto ne abbiano pagati insieme Germania e Francia“. Il motivo lo individua nel “diverso tasso di interesse“. Eppure – rimarca con enfasi – “l’Italia è un debitore onorabile, con una storia trentennale di avanzi statali primari annui“. Mattarella riconosce che “molta strada rimane da fare per dare razionalità a un mercato dei titoli pubblici che trascura temi come il rapporto debito pubblico/ricchezza finanziaria netta delle famiglie“, dunque “il termometro della percezione dei mercati sull’affidabilità di un Paese può rivelarsi quanto meno opinabile”. Ma, ammonisce, “il mio non è un invito a trascurare il debito: sono pienamente consapevole dell’esigenza ineludibile di abbatterlo“.

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Giò Barbera Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore del portale areamediapress.com e di Radiocom.tv