Med Dialogues, la ricerca della pace e gli equilibri mondiali al centro dei Dialoghi mediterranei
A Roma è in corso la decima edizione dei Med Dialogues, il forum internazionale organizzato dal ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale (Maeci) e dall’Istituto per gli Studi di politica internazionale (Ispi). La principale iniziativa di diplomazia pubblica promossa dall’Italia si protrarrà fino al 27 novembre e avrà quest’anno come focus centrale i dialoghi per la pace, in risposta ai conflitti in corso a Gaza e in Libano. Proprio ieri, peraltro, sono circolate notizie – poi smentite – sull’accordo per raggiungere una tregua tra Israele e Hezbollah. La conferenza coincide con il G7 dei ministri degli Esteri sotto la presidenza italiana. L’apertura ufficiale dei lavori, prevista alle 9:30 alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è affidata ai padroni di casa: il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, affiancato dal presidente dell’Ispi, Franco Bruni. Il titolare della Farnesina terrà anche un punto stampa introduttivo alle 8:45 e parlerà nuovamente il 27 novembre alle 12:30, prima della chiusura dei lavori che spetterà alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. La conferenza di quest’anno cade nel mezzo di significative sfide geopolitiche e geoeconomiche del Medio Oriente allargato, come la guerra in corso a Gaza e in Libano, il futuro della leadership regionale e le complesse dinamiche di attori come Hezbollah e Iran. Si analizzeranno gli impatti economici dei conflitti in corso, inclusa la connettività regionale (si guardi ad esempio all’impatto sul traffico Canale di Suez, sceso del 70 per cento) e il ruolo strategico del Golfo Persico e dello Stretto di Hormuz. In Nord Africa, verranno approfondite le situazioni in Algeria, Tunisia, Libia, ed Egitto, senza dimenticare le implicazioni della crisi nel Sahel. Inoltre, si esamineranno le strategie dei monarchi del Golfo in un contesto multipolare e le relazioni nord-sud, con particolare attenzione alla politica Ue nella regione Mena (Medio Oriente e Nord Africa). Il forum si articola in oltre 50 sessioni che spaziano nei consueti quattro grandi pilastri tematici: Sicurezza, Prosperità, Dimensione Umana e Cultura. All’evento parteciperanno circa 15 rappresentanti di alto livello da Italia, Giordania, India, Libano, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Libia, Qatar, Slovenia e Malta. Tra i momenti più attesi di quest’anno, il panel centrale sui dialoghi per la pace, che vedrà confrontarsi rappresentanti governativi di alto livello come Ayman Safadi, ministro degli Esteri della Giordania, Ahmed Aboul Gheit, segretario generale della Lega araba, Geir O. Pedersen, inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria. Non passerà inosservata la partecipazione del nuovo ministro degli Esteri egiziano, Badr Abdelatty, alla sua prima visita in Italia da quando ha assunto la guida della diplomazia del Cairo. Una sezione significativa del programma è dedicata alle sfide trasversali che coinvolgono l’intera regione, come i cambiamenti climatici, la sicurezza alimentare e le migrazioni. Esperti della Fao e rappresentanti di prestigiosi think tank internazionali, tra cui il Carnegie Endowment for International Peace e il Royal Institute of International Affairs, discuteranno delle soluzioni possibili per rafforzare la resilienza economica e sociale. Sul fronte delle nuove tecnologie, un altro importante panel esplorerà il potenziale delle infrastrutture digitali nello sviluppo economico, con contributi della Banca mondiale e di McKinsey. Il tema dell’energia e della transizione ecologica sarà affrontato con attenzione alle opportunità di cooperazione tra Europa e Nord Africa. Tra gli altri ospiti di spicco figurano il ministro degli Esteri libico Taher al Baour e il Segretario generale dell’Unione per il Mediterraneo, Nasser Kamel. I lavori includeranno anche giovani leader, rappresentanti dei media e membri della società civile, favorendo un dialogo aperto e inclusivo. Pur non prevedendo la presenza di rappresentanti di Israele, i Med Dialogues si prefiggono l’obiettivo di costruire spazi di dialogo in un contesto globale segnato da tensioni e conflitti, promuovendo riflessioni strategiche e soluzioni condivise.
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