Migranti: la Corte Ue conferma il potere dei giudici di valutare la scelta dei Paesi sicuri
La Corte di giustizia dell’UE ha stabilito stamane che, se uno Stato membro come l’Italia classifica un paese terzo come "paese sicuro" tramite un atto legislativo, tale designazione deve permettere al giudice di merito un controllo efficace. Il caso nasce dall’inserimento, da parte del governo italiano di Bangladesh e Egitto nella propria lista dei paesi sicuri con un decreto del 23 ottobre 2024. Tuttavia, secondo la magistratura italiana, tali atti non contenevano spiegazioni chiare né la pubblicazione delle fonti a supporto della decisione e, per questo motivo, si era chiesto il parere della Corte europea. L’avvocato generale della Corte, Richard de la Tour, ha concluso che l’Italia può effettivamente designare paesi terzi come sicuri, ma deve assicurare che le fonti informative su cui si fonda la designazione siano accessibili ai giudici nazionali e ai richiedenti protezione, per consentire un effettivo controllo legale e rispettare i criteri della direttiva UE 2013/32, secondo cui un paese è sicuro solo se garantisce protezione duratura per l’insieme della popolazione, assenza costante di persecuzioni, torture o violenza indiscriminata. La Corte ha poi affermato che non si può considerare sicuro un paese solo per determinate categorie di persone.
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