Primo sì del PE, con proteste in aula, alla riforma della politica migratoria dell'UE
Primo sì del PE, con proteste in aula, alla votazione degli eurodeputati sulla riforma della politica migratoria dell'UE, che rafforza i controlli sugli arrivi alle frontiere del blocco e introduce un sistema di solidarietà tra gli Stati membri. Denunciato dalle ONG, questo "Patto sulla migrazione e l'asilo" è il frutto di un complesso compromesso su un tema che da anni alimenta tensioni e divisioni tra i 27 Stati membri. Una decina di atti legislativi in tutto saranno discussi e messi ai voti in Parlamento alla fine della giornata, in una sessione plenaria a Bruxelles. I relatori dei testi, desiderosi di portare a buon fine la riforma prima delle elezioni europee, esprimono tuttavia una certa preoccupazione per l'esito del voto. La revisione delle regole si basa su una proposta della Commissione presentata nel settembre 2020, dopo il fallimento di un precedente tentativo di riforma sulla scia della crisi dei rifugiati del 2015. Il Patto sulla migrazione, che gode di un ampio sostegno da parte delle tre principali famiglie politiche europee - il PPE di destra, i Socialisti e Democratici (S&D) e Rinnovare l'Europa (centristi e liberali) - è osteggiato da un'ampia parte dell'estrema destra e, dall'altra parte, dai Verdi, dalla sinistra radicale e da alcuni socialisti. Dopo il voto, il Patto dovrà ancora essere formalmente approvato dagli Stati membri. La Commissione europea presenterà un piano di attuazione entro giugno.
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