Reset tra Trump e Zelensky, tra aperture diplomatiche e tensioni interne al MAGA
Secondo un’analisi pubblicata oggi dal quotidiano online Politico, gli incontri a Washington tra Donald Trump, Volodymyr Zelensky e i leader europei hanno segnato un cambio di clima nei rapporti tra Stati Uniti e Ucraina. Trump si è detto disponibile a partecipare a garanzie di sicurezza per Kiev, aprendo così a un percorso negoziale che potrebbe portare, entro due settimane, anche a un vertice trilaterale con Vladimir Putin. Sul fronte internazionale, l’apertura è stata accolta con cauto ottimismo: Macron ha parlato di “ottima notizia”, mentre il cancelliere tedesco Merz ha ipotizzato un bilaterale Zelensky–Putin a breve. Dietro le quinte, funzionari dell’amministrazione statunitense hanno raccontato di un clima positivo con Zelensky, definendolo un “reset reale” e aggiungendo che il ruolo dei partner europei è stato “importante”, sottolineando come il precedente incontro di Trump con Putin in Alaska abbia reso possibile la discussione sulle garanzie di sicurezza. Restano però molte incognite: non ci sono ancora dettagli sull’impegno americano, su chi finanzierà cosa e se gli Stati Uniti potrebbero persino contribuire a una missione di peacekeeping. Questo crea tensioni anche all’interno del fronte MAGA: figure come Steve Bannon mettono in guardia dal rischio che gli USA si leghino troppo a un conflitto che, a loro avviso, dovrebbe restare una questione europea. Intanto, Trump ha annunciato che il vicepresidente JD Vance, il segretario di Stato Marco Rubio e l’inviato Steve Witkoff stanno seguendo i contatti con Mosca e Kiev: un inedito banco di prova che potrebbe pesare anche sugli equilibri politici futuri negli Stati Uniti.
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