Spediporto, contingentare gli arrivi nel porto di Genova ad un numero di automezzi che possano effettivamente essere serviti
Il no degli autotrasportatori alla richiesta delle rappresentanze degli spedizionieri a rinunciare all'introduzione della congestion fee annunciata dalle associazioni del trasporto su strada per ripianare in parte i loro costi determinati dalla congestione delle operazioni da e per il porto di Genova è stata accolta con disappunto da Spediporto, l'associazione che rappresenta le case di spedizione genovesi ( del 29 maggio e 10 giugno 2024). Rammarico che, a soppesare le ultime dichiarazioni del direttore generale di Spediporto, Giampaolo Botta, sembra rassomigliare ad una palese invidia per una categoria, quella degli autotrasportatori, che può decidere di introdurre un surcharge per coprire costi straordinari. Possibilità che per gli spedizionieri genovesi non è concessa. Per un camion poco importa se deve operare con il porto della Spezia piuttosto che con quello di Genova. Per uno spedizioniere genovese il campo operativo è sovente più limitato. «Il sovrapprezzo richiesto dall'autotrasporto - ha denunciato Botta - è solo un modo per penalizzare e allontanare la merce da Genova e chi, come gli spedizionieri, paga quotidianamente un conto salatissimo alle carenze del sistema». Conto salatissimo delle carenze del sistema che, appunto, gli autotrasportatori lamentano sia addebitato anche e soprattutto a loro. «Da Milano - ha affermato Botta - ci giungono notizie di aziende che si stanno organizzando con servizi intermodali sul porto della Spezia per eludere questa sovrattassa. È evidente, dunque, il danno che si arrecherebbe a tutto il porto di Genova; senza dimenticare che poi tocca proprio agli spedizionieri confrontarsi con la concorrenza e con i mercati internazionali». Quello di cui si duole il direttore di Spediporto sembra essere la storica mancanza di armi contrattuali di cui la categoria degli spedizionieri si può avvalere per far valere i propri diritti. Arma alla quale, con il loro no, le associazioni dell'autotrasporto pare non intendano rinunciare. Per Spediporto, tuttavia, il malcontento degli autotrasportatori è eccessivo: «il porto di Genova - ha affermato ancora Botta - non soffra di una situazione di congestionamento quotidiano. Problematiche di questo tipo si sono verificate solo in alcuni giorni della settimana e su specifici terminals per alcune navi in arrivo. È iniquo, dunque, applicare un surcharge che non poggi su certificate situazioni di congestionamento o difficoltà». Per Botta è possibile risolvere questi congestionamenti, ritenuti occasionali, con una oculata e informata programmazione dei viaggi. Una soluzione proposta ripetutamente negli ultimi decenni dall'associazione genovese degli spedizionieri che si scontra con una logistica che è sempre più just in time. «Certo - ha spiegato il direttore generale di Spediporto - è possibile sapere quali potranno essere nei terminals le giornate da bollino rosso e nero; sarebbe, quindi, molto più semplice e meno penalizzante per il porto contingentare gli arrivi ad un numero di automezzi che possano effettivamente essere serviti, introducendo magari in questo quadro un “equo addizionale”. Un'alternativa potrebbe essere anche quella di estendere le franchigie di soste e detention dei contenitori, in modo da consentire un ritiro dei contenitori stessi concentrato non solo nei due giorni successivi allo sbarco nave ma, più correttamente, nell'arco di tutta la settimana. I problemi legati ai costi dell'autotrasporto non nascono con i congestionamenti di questi ultimi giorni ma sono un tema complesso, da tempo sul tavolo, ed oggetto di trattativa commerciale; penso, con altrettanta franchezza, che vadano affrontati anche alla luce di un importante cambio di marcia dell'operatività, chiamata a gestire con sempre maggiore frequenza picchi di traffico e momenti di assoluto vuoto operativo». Alti e bassi a cui da sempre l'autotrasporto si adegua perché a comandare - come Spediporto ben sa - è la merce. Secondo l'associazione degli spedizionieri non è lecito poi confrontare i surcharge applicati dalle compagnie di navigazione con quello chiesto dagli autotrasportatori, che comunque viene ritenuto eccessivo rispetto al danno lamentato: «Il paragone con i noli - ha evidenziato Botta - non regge. Se dovessimo parametrare la valorizzazione di tempo e distanza a cui si riferiscono i 180 euro richiesti dall'autotrasporto per attese di due ore in porto, con i transit time delle navi, i loro costi di gestione, dovrebbe essere normale attendere noli marittimi a quattro zeri». Secondo Botta, «è necessario un intervento deciso di Autorità di Sistema Portuale che convochi al più presto nuovamente tutte le parti coinvolte in un unico tavolo di confronto».
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