Terremoti, il Giappone inizia il 2024 con una forte scossa nell'isola di Honshu
Una scossa forte, lunga, quasi interminabile. Poi un messaggio in caratteri cubitali giallo fosforescente sulle televisioni accese sui programmi di Capodanno: «Tsunami! Evacuare!». Subito il ricordo del disastro di Fukushima dell’11 marzo 2011. E poi il pensiero alle tante centrali nucleari ancora attive, sei con 22 reattori non lontane dall’epicentro del terremoto. Il Giappone è entrato così nel 2024, tremando per il sisma di magnitudo 7.6 che ha scosso tutta Honshu, la principale isola dell’arcipelago su cui si trova anche Tokyo. La capitale dista circa 500 chilometri dall’epicentro, la penisola di Noto sulla costa occidentale, ma anche lì gli edifici hanno tremato. Ma ieri, a notte fonda, la sensazione era quella dello scampato pericolo. Tanto che viene da chiedersi come si sia riusciti a reggere l’urto di un terremoto che ha causato la prima massima allerta tsunami proprio da quel maledetto 11 marzo 2011. Il rischio atteso era quello di onde alte fino a cinque metri, tanto da portare all’allerta anche Russia, Corea del Nord e Corea del Sud. Per la penisola di Noto era il terremoto più forte mai registrato dal 1885, e l’allarme è scattato subito. «Le vostre vite sono importanti, mettetevi al riparo», recitavano i messaggi trasmessi sulle tv. Il servizio ferroviario di buona parte della costa occidentale veniva interrotto, chiusi diversi rami autostradali. Oltre 32 mila abitazioni restavano senza corrente. A circa 97 mila è stata ordinata l’evacuazione. Migliaia hanno trascorso la notte in rifugi, compresa una base militare dell’aeronautica. In tarda serata l’allerta è stata abbassata di grado una prima volta, poi una seconda con il rischio tsunami definito «ampiamente scongiurato».
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