Tra il 2009 e il 2012 YouTube era pieno di video amatoriali

Dic 16, 2024 - 04:08
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Tra il 2009 e il 2012 YouTube era pieno di video amatoriali

Tra il 2009 e il 2012 furono caricati su YouTube milioni di video con “Send to YouTube” (“Invia a YouTube”), una funzionalità presente negli iPhone prodotti in quel triennio. Avevano tutti quasi lo stesso nome, ovvero quello automatico che gli iPhone davano e danno tuttora ai file video e audio: la sigla “IMG_” seguita da quattro numeri che progredivano in base all’ordine di creazione (IMG_0001, IMG_0002, IMG_0003, e così via). Un paio di settimane fa Riley Walz, uno sviluppatore di software statunitense, ha sfruttato il fatto che avessero tutti lo stesso tipo di nome per individuare questi video su YouTube e caricarli su un sito che ha chiamato appunto IMG_0001. Il sito riproduce in maniera casuale milioni di questi video, accompagnandoli con una didascalia che riporta il numero di visualizzazioni totali ottenute (che nella maggior parte è inferiore a dieci) e la data in cui furono girati. Sono video dalla risoluzione bassissima ed estremamente amatoriali, dato che venivano caricati direttamente sulla piattaforma senza alcun intervento di editing, e non raccontano quasi mai nulla di particolare. C’è chi si riprende mentre fa qualche tiro libero a basket, chi fa le prove per suonare a un matrimonio, lo spezzone di un concerto dei Wu Tang Clan, chi guarda la telecamera senza dire nulla, chi filma una recita scolastica e così via. L’idea di Walz ha generato un certo interesse tra i giornalisti che si occupano di tecnologia e cultura di internet. Nella sua newsletter Garbage Day, l’ex redattore di BuzzFeed Ryan Broderick ha scritto che trascorrere qualche minuto su IMG_0001 è come «fissare una telecamera di sicurezza del passato», mentre Matthew Gault di Gizmodo ha detto che scoprire il sito è stato un po’ come «trovare una vecchia scatola di Polaroid», dato che in quei video «c’è un’innocenza che non si vede più su Internet, un’ingenuità positiva». Anche Tim Marcin di Mashable ha apprezzato l’originalità dell’intuizione di Walz, che ha saputo dare risalto a «un tipo di autenticità che è fin troppo rara online di questi tempi», tipica di un’era in cui i video professionali presenti su YouTube erano pochissimi, e la piattaforma era popolata perlopiù da amatori che, per qualche motivo, decidevano di condividere un particolare momento della loro vita. In un’intervista al Washington Post, Walz ha raccontato che ha deciso di aprire il sito dopo aver letto un articolo dedicato alla funzione “Send to YouTube” che Ben Wallace, un ingegnere informatico statunitense, aveva pubblicato a inizio novembre sul suo blog personale. Wallace ha ricordato che questa funzione fu attiva fino al 2012, quando Apple smise di preinstallare l’app di YouTube sugli iPhone; la decisione rientrava in una più ampia strategia per limitare la visibilità di Google, la principale azienda concorrente nonché proprietaria di YouTube, sui suoi dispositivi. Anche se l’esperimento durò poco, in quei tre anni “Send to YouTube” funzionò molto bene: nella prima metà del 2009 infatti i video caricati su YouTube aumentarono di 17 volte, in buona parte proprio per quella funzione. Walz ha detto che la realizzazione del sito non è stata faticosa: gli è bastato creare un apposito bot che in poco più di 6 ore ha trovato 5 milioni di video “IMG_XXXX” su YouTube. Dato che lo scopo era creare un senso di nostalgia, Walz ha dato al suo sito un’estetica rétro e ispirata ad alcuni oggetti tipici della cultura pop anni Novanta, come ad esempio i registratori. Per rendere l’esperienza più piacevole e originale, Walz ha inoltre selezionato soltanto i video che soddisfacevano due criteri: avere meno di 150 visualizzazioni e una durata inferiore ai 150 secondi. Christian Sandvig, professore di media digitali presso l’Università del Michigan, ha detto al Washington Post che probabilmente molti video presenti su IMG_0001 furono caricati senza che i rispettivi autori se ne rendessero conto, dato che era piuttosto semplice cliccare per errore su “Send to YouTube”: rientrava infatti tra le opzioni che venivano proposte pigiando sulle foto, e bastava cliccarla distrattamente per pubblicare su YouTube un video di pochi secondi. Il sito contiene anche tanti video italiani: in uno di questi, una bambina gioca con una palla mentre in sottofondo una persona intervistata in una trasmissione televisiva dice che, da grande, vorrebbe «fare la consulente filosofica» (una cosa che effettivamente risuona molto a chi in quegli anni studiava filosofia e sentiva spesso parlare di questa ipotetica professione del futuro), in un altro viene mostrato un evento interamente dedicato alle Fiat 500 e in un altro ancora lo spezzone di un concerto di Luciano Ligabue.

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Giò Barbera Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore del portale areamediapress.com e di Radiocom.tv