Tunisia: il presidente Saied sollecita il ripristino della Sanità pubblica
Il presidente della Tunisia Kais Saied ha ribadito che è necessario “lavorare il più rapidamente possibile per ripristinare la sanità pubblica”. Lo ha detto incontrando ieri il ministro della Salute, Mustafa Ferjani, al Palazzo di Cartagine, sede della presidenza tunisina, aggiungendo ciò è divenuto imperativo dato che “i fondi stanziati sono disponibili”, oltre a sollecitare la “semplificazione delle procedure e il superamento di ogni ostacolo” in tal senso. Focus delle discussioni, secondo una nota della stessa presidenza, la riforma della struttura sanitaria pubblica, oltre al lavoro sull’autosufficienza nell’industria farmaceutica tunisina. Il capo dello Stato ha elogiato l’istituzione di numerosi centri sanitari primari in diverse regioni in tempi record, oltre alla ripresa dell’attività della Società tunisina per le industrie farmaceutiche (Siphat) dopo che aveva smesso di funzionare. “La salute è un diritto umano e la salute, come previsto dall’Organizzazione mondiale della sanità, deve essere senza confini”, ha concluso il presidente. La Società tunisina per le industrie farmaceutiche, Siphat, ha ripreso a produrre a partire dal mese scorso soluzioni iniettabili, medicinali e materiale sanitario contribuendo a garantire la sicurezza nazionale dei farmaci. Pioniere dell’industria farmaceutica in Tunisia, la Società delle industrie farmaceutiche tunisine Siphat garantisce lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di medicinali per uso umano, in diverse forme. Fin dalla sua creazione, Siphat ha cercato di fidelizzare i clienti in Tunisia e all’estero. Sul mercato tunisino, la società si distingue per una posizione speciale e privilegiata come decana del settore dell’industria farmaceutica, presente sul mercato dal 1970, una gamma di prodotti ricca e variegata con 141 brevetti farmaceutici, 109 prodotti ospedalieri, 135 specialità farmaceutiche e 15 classi terapeutiche. Essendo l’unica azienda tunisina a disporre delle attrezzature necessarie per la fabbricazione di soluzioni massicce confezionate in sacchi, Siphat copre gran parte delle esigenze del mercato tunisino e vanta la partecipazione al capitale di altre società farmaceutiche quali Saiph, Pfizer, Pierre Fabre e Technopole Sidi Thabet. Negli anni successivi all’indipendenza, la professione farmaceutica in Tunisia è passata dalle mani dei francesi ai tunisini, soprattutto in incarichi di responsabilità nel settore come presso l’ispettorato della Farmacia centrale (Pharmacie Centrale des Hôpitaux de Tunisie) così come in ambito ospedaliero e medicale. Dal 1957, la partenza dei farmacisti e dei rappresentanti dei laboratori stranieri che assicuravano l’importazione e la distribuzione dei medicinali in Tunisia, portò alla definizione di nuove prerogative della Farmacia Centrale della Tunisia. Quest’ultimo diventa quindi responsabile dell’apertura di depositi di farmaci chiamati “agenzie farmaceutiche” nelle città e località prive di farmacie e di garantire l’importazione dei medicinali. Il decreto-legge n° 61-2 del 16 gennaio 1961 definisce la Farmacia centrale come “un monopolio sull’importazione di tutte le specialità farmaceutiche straniere”, nonché la rappresentanza dei prodotti successivamente ottenuti. La Tunisia è uno dei primi paesi del continente africano ad avere un’industria farmaceutica. Dall’inizio degli anni ’90, l’istituzione di misure di incentivazione e di un quadro giuridico e regolamentare adeguato hanno incoraggiato la privatizzazione del settore e il suo sviluppo. La copertura del fabbisogno di farmaci del mercato attraverso la produzione locale è aumentata dal 14 per cento nel 1990 al 49 per cento nel 2013. Secondo il Consiglio nazionale dell’ordine dei farmacisti della Tunisia (Cnopt), investimenti settoriali e misure di incentivazione specifiche hanno stimolato una dinamica positiva negli ultimi anni, evidenziando l’evoluzione considerevole del numero delle unità industriali nei settori dei medicinali e dei dispositivi medici nel Paese, che conta oltre 56 unità farmaceutiche, di cui 28 dedicate ai farmaci per uso umano, sei ai prodotti veterinari e 22 ai dispositivi medici. Secondo Cnopt, queste unità contribuiscono in modo sostanziale all’occupazione in Tunisia, con circa 5.000 persone impiegate nel settore, di cui il 48 per cento inquadrati come dirigenti. Dai dati emerge che nel 2022, l’industria farmaceutica tunisina godeva di una solida presenza sul mercato globale, con una distribuzione tra mercato privato (61 per cento) e mercato ospedaliero (18 per cento) ed esportando il 21per cento della sua produzione in 39 paesi. A livello locale, l’industria farmaceutica conta più di 3.000 farmaci registrati, per un valore complessivo di 650 milioni di euro. Gran parte di questo valore (54 per cento) proviene dalla produzione locale, che equivale a 355 milioni di unità, ovvero il 77 per cento del volume totale. Tra il 2022 e il 2023, la quota di mercato dei farmaci generici è aumentata dal 42 al 46 per cento. Negli ultimi cinque anni, i farmaci generici prodotti localmente hanno registrato una crescita annua sostenuta, in media del 12 per cento, rispetto al solo 5,7 per cento dei farmaci originali. Notevole è anche la diversità delle forme di dosaggio fabbricate in Tunisia, che coprono un’ampia gamma di prodotti farmaceutici, come citotossici altamente attivi, prodotti biologici, vaccini, sieri, polveri secche per inalazione (Dpi), aerosol, iniettabili, radiofarmaci, colliri, farmaci secchi forme orali, liquidi per uso esterno ed interno. Un altro punto di forza dell’industria farmaceutica tunisina è la conformità ai più severi standard internazionali di qualità e sicurezza. Se le partnership con gli attori africani si stanno rafforzando, è essenziale per il Paese tenere in prospettiva le opportunità offerte dal mercato europeo, la cui penetrazione da parte dei medicinali tunisini rappresenta una sfida importante per i produttori farmaceutici locali, a causa di diversi fattori, tra cui la forte concorrenza. La pandemia Covid-19 ha evidenziato la dipendenza europea dall’Asia per i medicinali, rilanciando così le richieste di delocalizzazione della produzione di ingredienti farmaceutici. L’Accademia nazionale della Farmacia francese ha lanciato l’allarme nel 2020 chiedendo la delocalizzazione della produzione dei principi attivi, ma anche quella dei prodotti finiti, degli eccipienti e perfino della vetreria necessaria: l’intera filiera produttiva dovrebbe essere localizzata nelle vicinanze. In questo contesto, la vicinanza del Nord Africa, e in particolare della Tunisia, offre un’opportunità strategica per il Paese di costituire una piattaforma produttiva destinata a rifornire il mercato europeo.
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