Usa: Trump chiede alla Corte suprema di rinviare l’applicazione della legge che vieta TikTok

Dic 29, 2024 - 07:48
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Usa: Trump chiede alla Corte suprema di rinviare l’applicazione della legge che vieta TikTok

Il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, ha chiesto alla Corte suprema di mettere in pausa fino al suo insediamento (previsto il 20 gennaio) l’attuazione della legge che mette al bando il social network Tik Tok, per dargli modo di “trovare una soluzione politica” una volta in carica. “Il presidente Trump chiede al tribunale di sospendere la data di entrata in vigore della legge per permettere che la sua amministrazione entrante trovi una soluzione per evitare la chiusura nazionale di TikTok”, si legge in un documento presentato dall’avvocato di Trump e candidato per il ruolo di prossimo procuratore generale, John Sauer. La proroga dovrebbe concedere a Trump il tempo di “trovare la soluzione politica per ovviare alla necessità di un tribunale decida su una questione costituzionalmente importante”. Secondo Sauer, aspettare per mettere in atto la legge garantirebbe “il diritto al primo emendamento di decine di milioni di statunitensi” ma al tempo stesso “risponderebbe alle preoccupazioni del governo”. La legge – approvata ad aprile da Joe Biden e che dovrebbe entrare in vigore il 19 gennaio – prevede il blocco di TikTok dalla vendita negli app store negli Usa a meno che Byte Dance, l’azienda cinese proprietaria della piattaforma, non ceda il controllo a un imprenditore statunitense. Il Congresso ha approvato la legge nell’intento di prevenire rischi di spionaggio e manipolazione degli utenti da parte del governo cinese. A metà dicembre Tik Tok ha presentato un ricorso di emergenza presso la Corte suprema degli Stati Uniti, chiedendo di rinviare l’entrata in vigore della legge. “La misura porterà alla soppressione di una delle piattaforme più popolari nel Paese, il giorno prima dell’insediamento della nuova amministrazione presidenziale”, si legge nel ricorso, in cui TikTok afferma anche che la legge “silenzierà la voce di molti cittadini statunitensi che utilizzano la piattaforma per parlare di politica, commercio, arte e altri temi di pubblico interesse”. La richiesta è stata presentata nelle stesse ore in cui l’amministratore delegato di TikTok, Shou zi Chew, incontrava Trump, nella residenza privata di quest’ultimo di Mar-a-lago, in Florida.

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Giò Barbera Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore del portale areamediapress.com e di Radiocom.tv