Aggiornamenti sulla questione Qatargate
Prende oggi il via, con un'udienza a porte chiuse davanti alla Camera d'accusa del tribunale di Bruxelles, la procedura di verifica delle indagini preliminari nell'ambito dell'inchiesta sul cosiddetto Qatargate. Tutti gli indagati, rappresentati dai loro difensori, si ritrovano per la prima volta davanti ai giudici, chiamati a esaminare gli atti raccolti fin qui e la regolarità dell'operato degli investigatori di Bruxelles. A fare ricorso per violazione dell'immunità parlamentare sono stati i difensori dell'ex vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, e dell'europarlamentare belga Marc Tarabella, entrambi sospettati di aver preso parte alla rete di corruzione architettata dall'ex eurodeputato pentito Pier Antonio Panzeri. Nella loro istanza, i legali della politica ellenica sostengono che i servizi segreti e la polizia del Belgio abbiano violato le leggi Ue a garanzia dell'immunità parlamentare, sia nell'atto d'arresto sia nel corso delle indagini a carico della loro assistita, ritenendo pertanto nullo l'intero procedimento penale aperto a suo carico. A essere messa in discussione è anche l'azione dell'ex giudice istruttore Michel Claise, dimessosi a giugno per sospetto conflitto di interessi dopo l'emergere di un legame commerciale tra il figlio e quello dell'eurodeputata Maria Arena, più volte accostata al caso, ma non indagata. Il team legale greco apre anche alla possibilità che "tutte le parti" coinvolte possano, a loro volta, esprimere le proprie osservazioni davanti ai giudici e individuare i possibili vizi procedurali. Per la prima volta dallo scoppio dello scandalo, oltre agli altri indagati, sono invitati a comparire anche il ministro del Lavoro del Qatar, Samikh Al Marri, il suo assistente Mohamed Belharache, e l'ambasciatore del Marocco in Polonia, indicati sul fascicolo come presunti corruttori.
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