Alla Cina chiesto di fare pressing su Mosca
L'arrivo del presidente ucraino Zelensky a Hiroshima ha monopolizzato l'attenzione del G7. Oggi è previsto il suo intervento nella giornata conclusiva dei lavori, "la pace è più vicina", ha detto prima di incontrare, tra gli altri, anche la premier italiana Meloni.
I leader hanno avuto una sessione di lavoro sulla resilienza e sulla sicurezza economica. Hanno concordato di "lavorare insieme", hanno espresso "seria preoccupazione per la coercizione economica" e chiesto "a tutti i Paesi di astenersi" dall'utilizzo di questa leva. E ancora: "Rafforzeremo la collaborazione lanciando una piattaforma di coordinamento contro la coercizione economica per aumentare la nostra capacità di valutazione collettiva, preparazione, deterrenza e risposta alla coercizione economica, e promuoveremo ulteriormente la cooperazione con i partner al di là il G7". Il pressing nei confronti di Pechino resta asfissiante. "Chiediamo alla Cina di agire in conformità con i suoi obblighi ai sensi della Convenzione di Vienna" e "di non condurre - sottoscrivono i Capi di Stato e di governo - attività di interferenza volte a minare la sicurezza delle nostre comunità, l'integrità delle nostre istituzioni democratiche e la nostra prosperità economica". Inoltre, i G7 si impegnano a fare "pressione per condizioni di parita' per i nostri lavoratori e le nostre imprese". Ma il passaggio più significativo è quello sulla richiesta alla Cina di fare pressioni sulla Russia affinché fermi la sua aggressione militare". Mosca deve "ritirare incondizionatamente le sue truppe dall'Ucraina". "Incoraggiamo la Cina a sostenere a una pace globale, giusta e duratura", il 'refrain'. Accompagnato dall'avviso di una 'demilitarizzazione' nello stretto di Taiwan affinché prevalga "l'importanza della pace e della stabilità" e l'Indo-Pacifico sia "libero e aperto, inclusivo, prospero, sicuro, basato sullo Stato di diritto". Il G7, dunque, esprime "con forza opposizione a ogni tentativo unilaterale di modificare lo status quo con forza o coercizione". I Grandi si sono espressi pure sulla Libia (le parti lavorino per tenere elezioni entro il 2023) e sulla Corea del Nord (Si astenga da altre azioni destabilizzanti).
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