Corte UE: Le decisioni di giudici non indipendenti possono essere considerate inesistenti
In una pronuncia emessa stamane, la Corte di giustizia dell’Unione europea ha chiarito che, se una sentenza è stata emessa da giudici non indipendenti o nominati in modo “scorretto”, essa può essere considerata nulla, cioè come se non esistesse, anche se, secondo i principi di diritto nazionale, essa sarebbe da considerarsi definitiva e questo qualora sia necessario applicare le regole dell’Unione europea. Il caso esaminato dai giudici di Lussemburgo riguarda una decisione della Corte Suprema polacca che ha annullato una sentenza del 2006 rinviando l’esame ad un altro giudice. Il magistrato di rinvio, dubitando della legittimità della nomina dei componenti della Corte Suprema, ha disposto un rinvio pregiudiziale alla Corte UE, chiedendo ai giudici europei di pronunciarsi sulla possibilità di esaminare il caso alla luce delle regole UE, anche se in contrasto con la normativa nazionale. In Polonia infatti, come in altri ordinamenti degli Stati membri, non è previsto che un giudice ordinario possa sindacare la nomina di giudici superiori. Nella sua risposta odierna, la Corte UE ha confermato il principio di prevalenza del diritto comunitario sui diritti nazionali, ribadendo l’obbligo per il giudice ordinario di applicare le norme UE, di portata superiore, disapplicando le leggi nazionali eventualmente contrastanti. Anche ove in uno Stato membro, in questo caso la Polonia, fosse vietato da una norma interna, un giudice è comunque tenuto controllare l’applicazione corretta dei principi di diritto UE e, nel caso di specie quindi, se chi ha emesso la sentenza sia stato nominato correttamente.
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