Crosetto: Le spese per la difesa sono la garanzia di sopravvivenza delle nostre democrazie
Le spese per la difesa sono la garanzia per la sopravvivenza delle nostre democrazie, dei nostri Paesi e dell’Europa. Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in conferenza stampa con gli omologhi di Francia, Germania, Polonia e Regno Unito a Varsavia. “Tre anni fa nessuno avrebbe pensato di assistere a una riunione come quella che abbiamo oggi e se per caso tre anni fa cinque ministri della Difesa avessero fatto una riunione come quella di oggi, davanti non ci sarebbe stato nessuno, perché i tempi erano profondamente diversi, perché nessuno pensava che la sicurezza delle nostre nazioni e dell’Europa fosse in pericolo, perché tutti pensavano che le spese per la difesa, almeno in Europa, fossero inutili, fossero uno spreco”, ha affermato Crosetto. “Dopo tre anni invece siamo qua e siamo tutti consapevoli che le spese per la difesa sono la garanzia per la sopravvivenza delle nostre democrazie, dei nostri Paesi e dell’Europa”, ha spiegato il ministro. Per Crosetto “occorre spiegare alle industrie della difesa europee che devono cooperare”. “Questo formato serve a rendere più pragmatico l’approccio europeo e della Nato e più veloce il cambio della mentalità che dobbiamo portare in Europa. Noi ci siamo posti l’ambizione di essere un pilastro della Nato reale, non formale, non solo politico, ma anche tecnologico, industriale, di capacità militare e questo significa cambiare anche la nostra mentalità, aver capito che da soli come nazioni, anche quelle più grandi, non possiamo affrontare questo periodo e significa cambiare anche la nostra mentalità”, ha detto Crosetto. Occorre spiegare “alle nostre industrie che devono cooperare, programmarci in produzioni che tengano conto delle difficoltà di reperimento delle materie prime, del costo dell’energia, eliminare alcune regole burocratiche che in un periodo di questo tipo sono insopportabili, in un periodo di guerra tu non puoi pensare di affrontare l’industria della difesa con le stesse regole che deve rispettare un’industria che produce merendine o cioccolata o latte, perché l’importanza strategica dei settori è completamente diversa”, ha affermato Crosetto. Per il ministro della Difesa “se oggi fossimo al 5 per cento del Pil di spesa per la difesa, l’industria europea non sarebbe in grado di soddisfarla e quindi va cambiato completamente l’approccio che abbiamo avuto in questi anni”. “Abbiamo parlato del 2 per cento, che potrebbe diventare il due e mezzo o potrebbe diventare anche molto di più, di come si può affrontare questo problema, di come si possono cambiare le regole europee per rendere più facile la sostenibilità dei Paesi, di come adeguare le nostre Forze armate e l’industria della difesa europea, anche nella collaborazione con quella ucraina, a una capacità di produzione che oggi non esiste”, ha spiegato Crosetto. “Abbiamo parlato di come la guerra è cambiata, l’Ucraina ci ha insegnato moltissimo. Prima dell’Ucraina nessuno parlava di droni come ne parliamo adesso, nessuno gli aveva considerati un elemento che poteva cambiare completamente una guerra. Abbiamo parlato di cyber, di underwater, di spazio, perché la guerra ibrida si combatte anche in quei settori e noi dobbiamo rincorrere tecnologie da cui eravamo usciti o su cui non avevamo investito come Europa”, ha avvertito il ministro. “Abbiamo iniziato a muoverci perché abbiamo capito che la sfida all’Ucraina era una sfida all’Europa, che la sicurezza dell’Ucraina era la sicurezza dell’Europa, che accettare che l’Ucraina fosse invasa e conquistata significava rendere più debole l’Europa e le nostre democrazie”, ha continuato. “Abbiamo ribadito questo e tutti i nostri sforzi di oggi sono per dare sicurezza all’Europa, certezza, deterrenza e difesa all’Europa, ma sono anche quelli che servono a difendere l’Ucraina, sperando di arrivare a una pace giusta e a ripristinare le regole del diritto internazionale”, ha concluso Crosetto.
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