Libia: Haftar riorganizza le brigate militari nella regione strategica del Fezzan

Jan 15, 2025 - 06:19
 0  5
Libia: Haftar riorganizza le brigate militari nella regione strategica del Fezzan

Nuovi e significativi sviluppi stanno ridefinendo le complesse e delicate dinamiche tribali e militari nel Fezzan, regione sud-occidentale della Libia ricca di risorse naturali ma carente di servizi essenziali. Khalifa Haftar, comandante dell’Esercito nazionale libico (Enl) con sede a Bengasi, ha emesso un decreto che segna una potenziale svolta nelle relazioni di potere all’interno delle forze armate a sua disposizione. La potente 128ma Brigata, un tempo fulcro delle operazioni nel Fezzan e fondata dal generale Hassan al Zadma, è stata ufficialmente “rinominata” come 15ma Brigata di Fanteria Meccanizzata, con sede nella regione di Al Jufra, nella zona centrale del Paese. Secondo il decreto, firmato da Haftar in persona e visionato da “Agenzia Nova”, datato 11 gennaio, il generale Al Zadma mantiene formalmente il comando della nuova brigata. Tuttavia, la sua influenza nella regione meridionale appare significativamente ridotta, in linea con l’intento di Haftar di ridimensionare il potere delle figure locali meno allineate alle direttive del Comando generale. A rafforzare questo cambio di strategia, un ulteriore documento del segretariato generale dell’Enl, datato 12 gennaio, ha istituito un comitato composto da sette alti ufficiali con il compito di riorganizzare gli assetti della nuova 15esima Brigata. Questo comitato avrà il compito di riallocare tutte le forze della precedente 128ma Brigata “secondo il nuovo assetto”, definendo priorità operative e logistiche per completare la transizione. Questa riorganizzazione, però, non è solo simbolica. Si prospetta infatti l’arrivo di nuove unità provenienti dalla Cirenaica settentrionale, in particolare dalla Brigata Tariq Ben Zeyad, una delle più leali al Comando generale di Haftar. La presenza di queste forze nel Fezzan rappresenta una mossa strategica volta a consolidare il controllo di Haftar sulla regione, riducendo al minimo la capacità di Al Zadma di esercitare un’influenza autonoma. Al Jufra, scelta come sede della nuova brigata, funge da snodo centrale e strategico, mentre il Fezzan sembra essere destinato a rimanere sotto un controllo più diretto e centralizzato. Questi sviluppi sottolineano la continua volontà del comandante dell’Enl di mantenere il controllo politico e militare, sia a livello regionale che nazionale, in un contesto di crescente instabilità e frammentazione. La decisione di Haftar è arrivata a seguito di un incontro con una delegazione di notabili della tribù meridionale araba degli Awlad Suleiman, a cui appartiene Al Zadma, che ha visto tuttavia l’assenza del generale. Negli ultimi sei anni, la tribù ha rappresentato un importante collegamento tra il comandante dell’Enl e l’area del Fezzan, nel sud della Libia. Il mese scorso, “Agenzia Nova” aveva anticipato le possibili dimissioni di Al Zadma per profonde divergenze con Saddam Haftar, figlio di Khalifa Haftar e capo di Stato maggiore delle Forze di terra dell’Enl. Al Zadma, ex ufficiale della defunta 32ma Brigata guidata da Khamis Gheddafi, ha avuto un ruolo cruciale nella riorganizzazione e nel rafforzamento delle forze di Haftar nel Fezzan dal 2015, in particolare dopo il fallimento del tentativo di conquistare Tripoli nel 2020. La ristrutturazione della 128ma Brigata da parte del comandante dell’Enl rientrerebbe in una nuova strategia per rafforzare il controllo sul Fezzan. La 128ma Brigata, sotto il comando di Al Zadma, aveva ampliato significativamente la sua presenza nel Fezzan, da Sirte e Al Jufra, consolidando un vasto potere militare e influenzando notevolmente la politica e l’economia della regione. Fonti libiche hanno spiegato ad “Agenzia Nova” che la crisi nelle relazioni tra Al Zadma e il clan Haftar si sarebbe aggravata a causa delle comunicazioni esterne di Al Zadma, non solo con gli Emirati Arabi Uniti ma anche con altre parti locali e internazionali, provocando l’irritazione di Saddam Haftar. Le fonti suggeriscono che Al Zadma abbia agito senza coordinarsi con il Comando generale di Bengasi, sollevando preoccupazioni di una possibile perdita di controllo da parte del clan Haftar su alcune operazioni nel sud della Libia. Al Zadma avrebbe richiesto più autonomia nella gestione di questioni regionali, particolarmente per quanto riguarda progetti di sviluppo e ricostruzione e l’acquisizione di contratti nel Fezzan, ma queste richieste sarebbero state ignorate, aggravando ulteriormente la frattura con la leadership dell’Enl. Inoltre, vi sono state segnalazioni di “trattamenti umilianti subiti dai membri della compagnia affiliata alla 128ma Brigata da parte degli alleati russi presso la base aerea di Al Qardabiya”, vicino Sirte. Questi incidenti hanno incluso restrizioni severe e interrogatori, incrementando le tensioni e suggerendo un possibile intervento russo negli equilibri interni dell’Enl. La presenza russa in Libia, in particolare a Sirte e Al Jufra, è notevolmente aumentata, con una visibilità crescente nei mercati e nei luoghi commerciali. La sicurezza e il controllo delle infrastrutture chiave, come le basi aeree e gli aeroporti, sono diventati punti di frizione, evidenziando la complessità delle alleanze e delle rivalità all’interno delle forze di Haftar. La crisi tra Zadma e il clan Haftar riflette le sfide più ampie che l’Enl deve affrontare nel mantenere la coesione interna e gestire le influenze esterne. La crisi in corso potrebbe trovare una risoluzione nei prossimi giorni, ma potrebbe anche segnare l’inizio di un isolamento più ampio di Al Zadma e del suo entourage dall’arena politica e militare libica. In un contesto di una Libia frammentata e turbolenta, queste dinamiche interne potrebbero avere ripercussioni significative sulla stabilità regionale e sulla lotta per il potere nel Paese. Tali sviluppi avvengono mentre cresce la preoccupazione in Occidente riguardo ai tentativi della Russia di trasferire equipaggiamento militare dalla Siria alla Libia, con un possibile rafforzamento della presenza di Mosca nel fianco sud della Nato. Secondo il quotidiano “Wall Street Journal”, aerei cargo russi avrebbero già trasportato equipaggiamenti di difesa aerea, tra cui radar per i sistemi intercettori S-400 e S-300, dalla Siria alle basi nella Libia orientale controllate da Haftar. Secondo le stesse fonti, i russi starebbero valutando se potenziare le strutture che già dispongono a Tobruk per ospitare le navi da guerra russe. Non è chiaro se i sistemi d’arma, compresi i componenti dell’S-400, rimarranno in Libia o saranno riportati in Russia. Mosca è già presente in Libia, anche tramite il gruppo paramilitare Wagner, che ha stretti legami con Haftar, il cui Enl controlla l’est del Paese devastato dalla guerra.

Qual è la tua reazione a questa notizia?

like

dislike

love

funny

angry

sad

wow

Giò Barbera Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore del portale areamediapress.com e di Radiocom.tv