Federagenti auspica un maggior coinvolgimento dei gruppi finanziari mondiali nella logistica, nei porti e nelle infrastrutture

Per Paolo Pessina, presidente della federazione degli agenti marittimi italiani Federagenti, è auspicabile un maggior coinvolgimento dei grandi gruppi finanziari mondiali nel mercato nazionale della logistica, dei porti e delle infrastrutture reso possibile con un cambio di passo e un quadro normativo e amministrativo che garantisca gli investitori internazionali. «La velocità con cui stanno cambiando gli scenari internazionali e i mercati - ha osservato - è ormai palesemente incompatibile con i tempi della burocrazia e delle procedure amministrative, per non parlare dei veti incrociati. Nei prossimi mesi, e forse già nelle prossime settimane, anche il nostro sistema logistico e portuale si troverà a far fronte a stress che non hanno precedenti storici e che non si conciliano con le rigidità, non solo italiane, ma anche comunitarie, in tema di finanziamenti e priorità nella realizzazione delle grandi infrastrutture. È quindi necessaria una vera e propria rivoluzione che consenta agli investitori privati internazionali di trovare in Italia un terreno fertile».
Pessina ha rilevato che «la percezione che le grandi partite per il controllo del commercio mondiale, nonché delle risorse in termini di materie prime, si giochino su uno scacchiere globale sta accendendo anche per la grande finanza internazionale i riflettori sul comparto della logistica, dei porti e delle grandi infrastrutture di trasporto. Ma per tradurre questo interesse in fatti concreti, in finanza di progetto, in investimenti - ha affermato il presidente di Federagenti - il Sistema Paese deve garantire certezza di tempi e di regole, nonché azzeramento di rischi amministrativi e giudiziari ed eliminazione di posizioni di monopolio nel controllo delle reti».
«L'intervento di Blackrock, in partnership con uno dei maggiori gruppi container del mondo. e quindi l'acquisto di quasi 50 terminal strategici - ha concluso Pessina riferendosi al recente accordo per l'acquisizione dell'80% di Hutchison Ports da parte della società di investimenti statunitense e della società terminalista TiL (del 4 marzo 2025) - dimostra che le risorse per investire in questo settore e fargli compiere il salto di qualità esistono. Esistono anche nel sistema bancario e finanziario europeo e italiano. Ma non si può perdere tempo e lo Stato deve far pervenire alla comunità finanziaria internazionale un messaggio chiaro anche cambiando rotta sulla redditività delle grandi opere e sui tempi di ritorno degli investimenti, ad esempio attraverso quella formula del pay per use, che è di gran voga oggi nei Paesi anglosassoni, ma che, non lo dimentichiamo, ha consentito all'Italia, prima in Europa, di dotarsi di una rete autostradale»
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