Gaza: Israele non si ferma, carri armati nel centro di Rafah

Feb 10, 2025 - 03:20
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Gaza: Israele non si ferma, carri armati nel centro di Rafah

La città palestinese di Rafah è ancora teatro di intense operazioni militari portate avanti dalle Forze di difesa di Israele (Idf) contro il movimento islamista Hamas, trincerato nella rete di tunnel scavati nell’estremo sud della Striscia di Gaza, mentre le aspettative per un cessate il fuoco appaiono remote. I carri armati israeliani hanno preso il controllo della rotonda di Al Awda nel centro di Rafah, nell’area meridionale della Striscia di Gaza. Secondo l’emittente televisiva britannica “Bbc”, la zona è un punto di riferimento fondamentale in quanto ospita importanti banche, istituzioni governative, aziende e negozi. La presa di controllo della rotatoria da parte dell’esercito israeliano, situata a mezzo chilometro dal confine palestinese-egiziano sul lato sud, è stata segnata da intensi bombardamenti di artiglieria. Secondo la stessa “Bbc”, un testimone che si è rifugiato con i suoi familiari presso un ospedale nella zona ovest della città ha affermato che i militari israeliani si sono posizionati in cima a un edificio che domina la piazza e hanno iniziato a sparare contro qualsiasi movimento nella zona.

La popolazione civile, intanto, è sempre più terrorizzata dopo l’attacco aereo di domenica scorsa che ha colpito una tendopoli nel quartiere di Al Sultan, nella zona occidentale di Rafah. Secondo le autorità palestinesi, almeno 45 persone sono morte nell’attacco, mentre i principali canali palestinesi hanno pubblicato un elenco di 25 nomi. Le Idf hanno affermato che il raid aveva come obiettivo due importanti membri del movimento islamista palestinese Hamas. Nelle ore successive al raid, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, aveva parlato di un “tragico errore”. Oggi il portavoce delle Idf, Daniel Hagari, citando i risultati preliminari delle indagini, ha affermato che il vasto incendio divampato nella tendopoli a seguito dell’attacco non sarebbe stato causato dalle munizioni lanciate dalle forze dello Stato ebraico, ma da “esplosioni secondarie”. “Abbiamo eliminato alcuni terroristi con un attacco mirato in un complesso utilizzato da Hamas a Rafah. Il raid si basava su informazioni precise che indicavano che questi terroristi, responsabili dell’organizzazione e dell’esecuzione di attacchi contro gli israeliani, si incontravano all’interno della struttura che abbiamo preso di mira”, ha spiegato il portavoce delle Idf. “Purtroppo, a causa di circostanze impreviste, è scoppiato un incendio che ha causato la morte dei civili nelle vicinanze. Nonostante i nostri sforzi per ridurre al minimo i danni civili, l’incendio è divampato in modo inaspettato e non intenzionale”, ha poi affermato Hagari.

Mostrando le immagini del sito colpito, il portavoce delle Idf ha sottolineato che il raid “ha preso di mira una struttura chiusa lontana dalla zona della tendopoli”. “Contrariamente a quanto riportato, abbiamo condotto l’attacco al di fuori dell’area designata come umanitaria”, ha quindi spiegato Hagari. Inoltre, ha aggiunto il portavoce israeliano, nell’attacco sono state utilizzate “due munizioni con piccole testate, con 17 chilogrammi di materiale esplosivo”. Si tratta delle “munizioni più piccole che i nostri caccia possono utilizzare”, ha osservato Hagari, sottolineando che “da sole non avrebbero potuto innescare un incendio di quella portata”. “Stiamo esaminando tutte le possibilità, inclusa quella secondo cui armi immagazzinate da Hamas in un complesso vicino al nostro obiettivo, di cui non eravamo a conoscenza, potrebbero essersi incendiate a seguito dell’attacco”, ha affermato il portavoce delle Idf, evidenziando che i “filmati dei palestinesi sembrano mostrare esplosioni secondarie”. Oggi, i funzionari sanitari dell’exclave palestinese hanno riferito che almeno 21 persone sarebbero morte in un nuovo raid delle Forze di difesa di Israele che ha colpito la città di Rafah. Da parte sua, Hagari, ha detto “di non avere informazioni” sulle notizie relative al presunto raid israeliano.

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Giò Barbera Giornalista iscritto all’elenco dei “Professionisti” dal 2003. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Liguria dal 1991 come pubblicista fino al 2003 quando ha superato l’esame a Roma per passare ai professionisti. Il suo primo pezzo, da album dei ricordi, l’aveva scritto sul ‘Corriere Mercantile’ (con l’edizione La Gazzetta del Lunedì) nel novembre del 1988. Fondato nel 1824, fu una delle più longeve testate italiane essendo rimasto in attività fino al luglio del 2015. Ha collaborato per 16 anni con l’agenzia Ansa, ma anche con Agi, Adnkronos, è stato corrispondente della Voce della Russia di Radio Mosca, quindi ha lavorato con La Repubblica, La Padania, Il Giornale, Il Secolo XIX, La Prealpina, La Stampa e per diverse emittenti radiofoniche come Radio Riviera 3, Radio Liguria International, Radio Babboleo, Lattemiele, Onda Ligure. E' direttore del portale areamediapress.com e di Radiocom.tv